di Gaia Serena Ferrara – Si è tenuta ieri sabato 9 luglio, al Complesso monumentale del San Giovanni di Catanzaro, l’inaugurazione ufficiale del MUDIAC (Museo Diffuso di Arte Contemporanea), un progetto nato dalla chiusura del cerchio delle attività di Altrove (2019) e con una connotazione più istituzionale, dato il sostegno pubblico del Ministero della Cultura ma anche grazie al sostegno privato dei singoli cittadini.
La conferenza stampa, iniziata intorno alle 18.30, ha visto protagonisti sul palco le menti operative del progetto: il curatore artistico Edoardo Suraci, il manager culturale Vincenzo Costantino, il responsabile dell’ufficio stampa Marcello Farno e Paola Galuffo, giovane ragazza di origini siciliane, che si è unita al team da poco più di un anno.
Oltre a ringraziare il pubblico accorso all’evento, prima di entrare nel vivo della presentazione il curatore artistico ha esordito leggendo il saluto del neo-eletto sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita il quale, pur essendo assorbito dai suoi impegni istituzionali, ha colto l’occasione per fare un grande augurio al futuro del MUDIAC e per specificare l’importanza dello spirito di condivisione e dell’obiettivo di partecipazione sottesi al progetto: “Catanzaro e la sua comunità devono poter ritrovare un senso di appartenenza che oggi appare compromesso e al quale l’arte e la cultura possono dare un enorme contributo”.
La presentazione vera e propria si è aperta con la visualizzazione del video documentario che ha riassunto e racchiuso i primi due anni di Altrove, le radici del progetto, il punto di partenza. Un punto sul quale Vincenzo Costantino ha insistito dicendo: “Sebbene il ciclo del Festival si sia chiuso, oggi con MUDIAC si inaugura un nuovo ciclo la cui realizzazione non sarebbe stata possibile senza il sostegno della città e di tanti volontari che ci hanno dato una mano”.
Il coinvolgimento dei cittadini gioca, dopotutto, un ruolo di primo piano nell’implementazione e nella sopravvivenza del nuovo progetto: il museo è stato pensato come uno spazio dinamico in continuo divenire che interagisce con la città e con i suoi abitanti, grazie alla possibilità di fruire l’arte urbana liberamente e gratuitamente.
“L’arte sarà visibile anche in quei quartieri dimenticati che inizieranno a dialogare maggiormente con il tessuto sociale e con il resto del Capoluogo” dice Edoardo Suraci, il quale aggiunge: “Si realizza, così, una connessione con la città che è veramente importante, poichè abbiamo anche cercato di affiancare ai luoghi d’arte il racconto della storia di questi luoghi, con riferimenti storici sui quartieri”.
Dialogo, costruzione partecipata, rigenerazione urbana sono alcune delle parole chiave che ricorrono nel paradigma di MUDIAC, così come il valore della collaborazione. E proprio in nome dello spirito di condivisione di obiettivi e passioni comuni, a prendere la parola sul palco sono intervenuti anche due degli artisti che (con le loro opere) hanno contribuito alla rigenerazione urbana di Catanzaro nell’ambito di Altrove e alla definizione dei nuovi percorsi del Museo Diffuso, Giorgio Bartocci e Andrea De Luca.
La presentazione è poi proseguita con una prima spiegazione del funzionamento del sito internet di MUDIAC, il quale si apre con una breve descrizione del Museo e l’introduzione dei 33 percorsi di diversa durata che attraversano la città, e che inoltre prevede la possibilità di fare un tour virtuale, comodamente da casa, o di pianificare una visita futura a seconda che si voglia procedere a piedi o con i mezzi.
Oltre ai percorsi, il sito offre anche la spiegazione e la contestualizzazione delle opere e degli artisti che le hanno realizzate.
“Il punto centrale – spiegano gli organizzatori – è fare entrare il cittadino all’interno di una realtà di cui è al contempo fruitore e promotore”.
Con MUDIAC, quindi, è in primo luogo la città a diventare un’esperienza: Catanzaro diviene un museo a cielo aperto, con tutti i vantaggi di un museo vero e proprio.
Fra questi vantaggi rientra certamente l’opportunità di essere accompagnati virtualmente dalla voce registrata di una guida che introduce e spiega le opere, l’artista di riferimento, e il contesto storico della zona della città in cui ci si trova.
Al termine della conferenza stampa, infatti, è stata offerta a chi volesse la possibilità di fare un tour guidato del primo percorso attraverso il centro storico di Catanzaro a partire dalla terrazza panoramica del San Giovanni, dove si trova l’opera serigrafica (su vetro) di Gonzalo Borondo.
Il tour è poi proseguito con una delle opere dell’artista di origini marchigiane Giorgio Bartocci, una delle prime a essere state realizzate durante gli anni di Altrove e che, forse anche per questo, non ha incontrato immediatamente il favore della cittadinanza: si tratta infatti di un grande murales astratto ispirato all’aero-pittura futurista “per il quale – dice lo stesso artista – forse la città non era ancora pronta”. La visita guidata si è poi spostata verso “Largo Prigioni”, una delle zone meno note e meno frequentate del centro storico, dove è ubicata una maestosa incisione sul cemento che raffigura, tra le altre cose, anche i principali simboli della città, fra cui i due mari e i tre colli.
Infine, al termine del tour, i ragazzi del collettivo Factory Area si sono occupati della fase finale e più conviviale della serata, curando l’after-party e offrendo musica dal vivo in una perfetta atmosfera di convivialità.