Un intenso viaggio tra le note Sergej Rachmaninov, Frederic Chopin, Claude Debussy, Giuseppe Verdi e Franz Liszt al centro del concerto con cui Paolo Restani ha animato il teatro Manfroce di Palmi.
Da quarant’anni anni protagonista della scena internazionale, Paolo Restani è stato ospite della rassegna Synergia 49, organizzata dall’associazione Amici della Musica Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2024 della Regione Calabria.
«Ho scelto di eseguire due preludi di Sergej Rachmaninov, Notturno op. posth e Polonaise op. 40 nr. 2 di Frederic Chopin, Danza sacra e Duetto finale dall’Aida di Giuseppe Verdi nella trascrizione di Franz Liszt. Si tratta – commenta Paolo Restani – di un ultimo tentativo di Lizt di dire qualcosa di nuovo sulla parafrasi che a me sembra importante. Credo sia una sintesi del dolore profondo che poi diventa sublimazione di un amore concesso e perduto allo stesso tempo. E ancora due brevi pezzi di Claude Debussy, l’Elegie mai suonato e particolare perché atonale, con battute quasi sempre stesse, dunque quasi seriale e minimalista. Un pezzo che non capisco – commenta ancora Paolo Restani – ma che mi trasmette malinconia, nel senso della “nostalghia” russa, come di un bacio che avresti sempre voluto dare e che non hai dato. Infine ancora di Debussy La plus que lent Valse e di Franz Liszt la sonata Dante nella trascrizione Karl Tausig che a me piace di più».
Paolo Restani, solista con le maggiori orchestre europee, nord-sud americane e australiane, in Italia costantemente affiancato dalle principali orchestre, ha in Calabria tanti ricordi: «Non si dimentica questa terra. Viene un pò il mal di Calabria quando si torna su».
E con la musica ha un rapporto totalizzante «come cadere in trance e poi non ricordare più niente. Non è sempre stato così ma la vita induce a cambiare. Porta dolori e gioie nuove. E gli anni passano e si avvicina il memento mori. Ogni concerto – conclude il maestro Paolo Restani – dev’essere qualcosa dove si dà tutto perché potrebbe essere l’ultimo. Spero che l’ultimo non sia stato questo».