I Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia e del Reparto Crimini Violenti del Raggruppamento Operativo Speciale, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Vibo Valentia, nei confronti di due persone, uno dei quali gia’ detenuto per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, mentre l’altro con precedenti in materia di armi risultava libero. Le indagini sviluppate dopo una denuncia di scomparsa hanno consentito di far luce sull’omicidio di Giuseppe Salvatore Tutino 63 anni, il cui corpo carbonizzato e’ stato trovato all’interno di un’auto bersagliata da colpi di fucile interrata tra le campagne di Calimera, frazione di San Calogero, nel gennaio 2022.
Le indagini hanno condotto ai due soggetti, entrambi ritenuti vicini ad ambienti criminali del rosarnese, e alle presunte responsabilita’ di un caso di “lupara bianca”, scoperto attraverso indagini tecniche e scientifiche portate avanti anche con contributo della Sezione Intervento Operativo del RIS di Messina, il Nucleo Investigativo di Vibo Valentia, del NOR di Tropea e del Reparto Crimini Violenti del ROS In particolare, il Reparto specialistico del ROS ha analizzato una quantita’ notevole di dati “freddi”, ottenuti dalle intercettazioni e dal rilevamento del traffico delle celle in diverse e ampie aree di copertura tra le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Scoperta quindi la dinamica dei fatti secondo matrice ‘ndranghetistica: l’esplosione ravvicinata di numerosi colpi d’arma da fuoco, l’agguato mediante inganno per indurre tutino ad allontanarsi dalla propria abitazione e l’eliminazione del cadavere per non lasciare tracce. I due presunti autori dell’omicidio che conoscevano molto bene la vittima, in concorso con altri soggetti da identificare, avrebbero infatti con mezzi meccanici scavato una buca dove avrebbero collocato e dato alle fiamme l’auto dove c’era ancora il cadavere per “farlo” risparmiare” definitivamente. I medici legali in sede di autopsia, svolta in due fasi, sono rinvenuto nel cadavere 11 frammenti di proiettili. E’ stato accertato che la morte del Tutino e’ avvenuta a causa dell’esplosione di almeno due colpi di fucile caricato a pallettoni cal.12 Gauge. A dare l’allarme nel tardo pomeriggio del 17 gennaio 2022 ai Carabinieri di San Calogero e’ stato il proprietario di un fondo agricolo a “Barile”, nei pressi del torrente “Mesima”, che delimita il confine tra la provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia. L’uomo si era accorto della presenza anomala di solchi di pneumatici. Seguite le tracce se è imbattuto in una Fiat Panda bruciata e in un forte odore di materiale in decomposizione. I primi accertamenti sulla targa, parzialmente distrutti dalle fiamme, hanno consentito di risalire subito al proprietario dell’autovettura poi identificato nella persona scomparsa di cui aveva fatto denuncia la figlia il 17 dicembre 2021. Le indagini hanno svelato fin da subito un possibile intreccio criminale tra gli autori e la vittima nell’ambito dello spaccio e della produzione di stupefacenti. All’origine del delitto potrebbe esserci un debito qualche decina di migliaia di euro che la vittima vantava nei confronti di uno dei due indagati, sempre per motivi legati alla produzione di stupefacenti.
I tentativi di Tutino di ricevere quanto dovuto sarebbero andati tutti a vuoto e l’uomo, avrebbe qundi deciso di recarsi presso le coltivazioni di kiwi dei due arrestati per tagliare le piante, per poi dire di non aver paura anche dopo alcune minacce ricevute dalla Famiglia di uno dei due presunti responsabili dell’omicidio. Uno dei due ha pubblicato su un noto social network alcuni contenuti, usando come sottofondo una canzone folkloristica, il cui testo era un mix tra una minaccia velata e un rito di affiliazione alla ‘ndrangheta: “Chi tanto parla, niente guadagna, solo una cassa fatta da 4 legni e cosi’ hanno scritto i Cavalieri di Spagna, la lingua e’ peggio della gramigna”. L’auto con all’interno il cadavere di Tutino e’ stata trovata a Calimera di San Calogero, il 17 gennaio 2022 e c’erano ancora i segni di una benna agganciata a un mezzo agricolo, nel tentativo non riuscito di seppellire l’autovettura e il cadavere carbonizzato. Nel primo sopralluogo effettuato dai militari e’ stato trovato nei pressi della buca un accendino di colore verde raffigurante una banconota da 100 euro, dei frammenti di indicatori visivi e una traccia di pneumatico. Proprio il rinvenimento dell’accendino, con il quale si presume che l’auto sia stata data alle fiamme, nonostante non siano state rinvenute tracce utili per la comparazione del Dna, ha consentito di raccogliere importanti elementi utili allo sviluppo delle indagini. Una ulteriore svolta e’ poi giunta dall’analisi dei contenuti telematici rinvenuti nel tablet e negli apparati cellulari sequestrati a uno degli indagati. (AGI)