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Buon compleanno Reggina. Qualcuno ci regali una società

di Paolo Ficara – Buon compleanno alla Reggina. La Reggina di tutti noi, senza distinzioni di sorta, soffia su 111 candeline in un contesto tra il surreale ed il grottesco. Surreale come il circo che è diventata, ormai finanche incapace di suscitare ilarità ma solo sdegno e nausea. Grottesco come chi è stato messo alla guida del carrozzone: gente che se si trovasse in tasca un euro per ogni grammo di arroganza, sarebbe in grado di raddoppiare l’ingaggio a Cristiano Ronaldo.

Di solito, un compleanno di una squadra di calcio è l’occasione per ricordare i fasti del passato. Ma rischieremmo di rendere uguale ogni articolo, di anno in anno. E non vogliamo di certo metterci allo stesso livello di chi ottiene sempre lo stesso effetto o risultato, come quelli che ad ogni campionato di Serie D arrivano quarti. Quindi parleremo di presente e di futuro.

Il presente vede la Reggina mestamente in Serie D, categoria che in passato è stata vinta persino dall’Hinterreggio. Con l’orecchio teso alla radiolina, mentre si strapazzano formazioni che fino a due anni fa erano degli sparring partner per il precampionato, in attesa di buone notizie dai campi di Siracusa o Scafati. Quando criticavamo una sconfitta interna con il Carpi o con lo Spezia in Serie B, mai ci saremmo immaginati di finire così in basso.

Il punto più basso, ossia questo attuale, nella storia della Reggina è caratterizzato da due aspetti. Il primo, è la scarsissima disponibilità finanziaria. Il secondo, è la totale nonché raccapricciante incompetenza.

Per quanto riguarda il primo punto, senza perderci in troppi dettagli e sottolineature, qualora non fosse bastata la campagna acquisti estiva c’è adesso il calciomercato invernale. Nel quale è stato possibile ingaggiare solo un calciatore di medio-bassa classifica – Grillo, con tutto il rispetto – ed in assenza di concorrenza. Per il resto, ogni volta che si tenta un dialogo con un calciatore il cui ingaggio è da piani alti, puntualmente o non arriva o si accasa altrove. Nelle ultime settimane, è stato il caso del difensore Cadili e dell’attaccante Simeri. Per citare solo quelli maggiormente accostati alla Reggina dalle cronache giornalistiche.

Il secondo aspetto è evidenziato dalla posizione in classifica del Sambiase. Non conosciamo il monte ingaggi della formazione giallorossa, non vorremmo prendere cantonate. A naso, riteniamo sia inferiore rispetto a quello del Siracusa, della Scafatese ed anche della Reggina. Significa che l’attuale secondo posto – meritato per quanto visto al “Granillo” nello scontro diretto – è frutto di un qualcosa che a Reggio latita: conoscenza della materia calcistica, oltre che della categoria.

Lo psicopompo con più automobili che competenze, potrebbe varare un nuovo corso di laurea. Se si tratta di insegnare come NON gestire una società di calcio, è un vero professore. La gente si ferma – ovviamente – a ciò che vede e sente. Poi esiste ciò che non vede e non sente, dato che i diretti interessati sono indotti al silenzio. Un club calcistico in cui gli emolumenti vengono versati interamente ai più esperti, parzialmente e con acconti agli sbarbatelli e per nulla ai giocatori in lista di sbarco, dovrebbe essere oggetto di studio.

E adesso parliamo di futuro. Con una premessa. Chi scrive non ritiene che la Reggina, con l’attuale impresentabile dirigenza, abbia grosse chances di vincere il campionato. Nonostante il Siracusa registri qualche difficoltà gestionale. Nonostante la Scafatese abbia sbagliato le scelte più importanti, ossia quelle su ds ed allenatore. Nonostante l’unica squadra che gioca veramente bene sia il Sambiase, che riteniamo alla portata. Ma facciamo finta per un attimo che domani la Reggina sbanchi Scafati, e da qui alla fine le vinca tutte. Ottenendo la promozione in Serie C.

Nel girone C, quello in cui andrebbe eventualmente a finire la Reggina, nell’attuale stagione ci sono le seguenti tre big con annessi monti ingaggi: il Catania, attualmente ottavo con emolumenti per 11 milioni e 600.000 euro; l’Avellino, quarto nonostante una spesa di 10,2 milioni; ed il Benevento, al comando con una squadra che al presidente Vigorito va a costare 9,7 milioni*.

Certo, nella passata stagione si è imposta la Juve Stabia con una squadra costata circa un milione e mezzo. Ma la capienza economica di una società che risparmia anche sul pullman per accompagnare la squadra allo stadio, non si avvicinerebbe nemmeno a quella cifra. Così come non si avvicina a cifre simili nella stagione attuale, a differenza di Scafatese e Siracusa. Quindi, al netto di improvvisi picchi di risultati nel campionato in corso, riteniamo che la Reggina non abbia futuro con questa società.

Riteniamo altresì che una mancata promozione in Serie C, possa suonare come l’orologio a pendolo di Vecna nella quarta serie di Stranger Things. Tra giugno e luglio. Quindi oggi 11 gennaio 2025, giorno del 111° compleanno della nostra Reggina ed alla vigilia del cruciale scontro di Scafati, siamo nella condizione di poter affermare che qualsiasi risultato non cambia il destino.

Serve una società. Serve subito. Se quella attuale non vuole liberare l’ostaggio, l’unico altro regalo gradito sarebbe rappresentato da un foglio di dimissioni. Firmato dai signori Falcomatà Giuseppe e Brunetti Paolo. Perché se a luglio si dovrà passare di nuovo dal via, a prescindere dalla categoria, il vero ulteriore disastro sarebbe far lanciare i dadi a chi ha già perso due volte la partita e la faccia.

“Stupratori del mondo, tutto vogliono distruggere e, quando sono finite le terre, rivolgono lo sguardo al mare; avidi, se il nemico è ricco, ambiziosi, se è povero – e né l’Oriente né l’Occidente basteranno a saziarli, dal momento che sono gli unici a desiderare con la stessa bramosia le ricchezze e la povertà. Rubare, massacrare, stuprare hanno il falso nome di autorità, e dove fanno il deserto, lo chiamano pace”.
(Tacito, Agricola, 30.4s.)

 

*I dati sui monti ingaggi delle compagini di Serie C sono tratti da Calcio e Finanza

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