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A Milano la mostra fotografica Bluocean “Vanishing Languages” dedicata alle minoranze linguistiche calabresi

Bluocean torna a Casa della Memoria, nel cuore di Milano, proponendo ai visitatori la mostra Vanishing Languages. Linguaggi che svaniscono di Lynn Johnson con un focus particolare dedicato alle minoranze linguistiche calabresi Arbereshe, Grecanico e Occitano a cura di giovani fotografi calabresi.

La prestigiosa sede di ricerca e alta cultura che sorge accanto al Bosco Verticale ospiterà le opere della prima firma americana di National Geographic accompagnata da giovani professionisti calabresi in un racconto suggestivo del mutare del tempo e delle culture con l’inesorabile percorso di scomparsa di moltissime lingue parlate in ogni angolo del globo, fenomeno che vede la regione Calabria protagonista con ben tre lingue parlate in via di estinzione.

L’inaugurazione della mostra si terrà in Casa della Memoria martedì 2 luglio 2024 alle ore 18.00 Interverranno il Comune di Milano con la Presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, la Regione Calabria con Gianluca Gallo – Assessore della Regione Calabria alle Politiche agricole e sviluppo agroalimentare con delega alle minoranze linguistiche, Politiche sociali e per la famiglia. Interverranno altresì per il Comune di Milano il Direttore Generale del Settore cultura Domenico Piraina, la Dirigente unità progetti speciali Fabbrica del Vapore Maria Fratelli; per la Regione Calabria sarà presente il Direttore Generale Turismo, Marketing territoriale e Mobilità Maria Antonella Cauteruccio.


Concluderanno i lavori la fotografa Valentina Tamborra e il curatore e Amministratore unico di Bluocean Francesco Scarpino.

La mostra rimarrà aperta fino a domenica 8 settembre 2024 e sarà visitabile gratuitamente.

Ad oggi sono stimate circa 7.000 lingue parlate nel mondo, ma ogni due settimane una lingua scompare. Quasi 100 lingue vengono perse ogni anno.

Le persone che parlano le lingue dominanti del mondo – inglese, spagnolo, cinese – credono che una lingua comune ci leghi e ci renda un popolo unificato, ma tale unificazione è anche una perdita di cultura. Un linguaggio incorporato nella canzone, nel comportamento e nelle credenze mantiene intatta una comunità. La lingua è una bussola morale intima, un’appartenenza – Lynn Johnson”.

La scomparsa di una lingua parlata è una grave perdita per il bagaglio culturale di tutta l’umanità.

Incaricata di documentare le lingue indigene che scompaiono, Lynn ha dovuto escogitare un modo per “fotografare” le parole. Ha cercato elementi culturali o ambientali che aiutassero i lettori a capire la profonda correlazione tra la lingua, la cultura e la vita di un popolo. È nata così una serie di eleganti ritratti di taglio quadrato che Johnson descrive come “una cornice più formale e interpretativa”, realizzati con una macchina di medio formato.

La mostra si completa con un focus sulle minoranze linguistiche calabresi Arbereshe e Grecanica, con le opere di Giusy Terranova e Gianluca Meduri, e Occitana con gli scatti di Annamaria Logullo, Davide Tundis (contro culturale Gianluigi Pascale) – culture di lingua non italiana che, nel corso della storia, sono diventate parte essenziale della complessiva identità regionale calabra da tutelare e valorizzare.

Il percorso culturale si arricchisce di esperienze multimediali con poesie, canti e testimonianze in lingua originale accessibili tramite Qr code dedicati.

Lynn Johnson www.lynnjohsonphoto.com

Comincia a lavorare a metà degli anni Settanta, quando nel campo della fotografia le donne erano una minoranza. Prima di laurearsi al Rochester Institute of Technology, nel 1975, lavora come assistente del primo fotografo presidenziale, Yoichi R. Okamoto. Dopo il college lavora per sette anni come fotografa per il quotidiano Pittsburgh Press, incarico che lascia per partecipare al progetto di un documentario sulla vita dei pescatori di Long Island commissionato dall’ereditiera Adelaide de Menil. L’esperienza la spinge a intraprendere una carriera nel campo della fotografia documentaristica. Di lì a poco le sue immagini appaiono su Life, Newsweek, Sports Illustrated e, nel 1989, National Geographic. Sono in molti nel settore a dire che Lynn Johnson – che fa parte dell’associazione di giornalisti John S. Knight e ha ottenuto il Robert F. Kennedy Journalism Award per i suoi straordinari reportages sulle persone svantaggiate – ha aperto la strada alle giovani generazioni di fotografe, benché lei noti ancora un divario di genere.

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