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Da Silvio Barbiero a Ernesto Orrico, in scena il teatro di narrazione a “La casa dei racconti” di SpazioTeatro

Proseguono gli appuntamenti de “La casa dei racconti”, la stagione teatrale di SpazioTeatro con la direzione artistica di Gaetano Tramontana che sta animando la Sala di via San Paolo a Reggio Calabria con sette appuntamenti dedicati alla nuova drammaturgia, portando in scena il fascino di storie millenarie riscritte e immaginate con le cifre del teatro contemporaneo.

«In un’epoca così spesso frenetica e caotica – ha commentato il direttore artistico Gaetano Tramontana – “La casa dei racconti” vuole essere uno spazio in cui lasciarsi andare alla meraviglia e all’immaginazione, un luogo dove i confini della realtà si sfumano e ci si immerge in un universo di storie e personaggi unici. Guidati dalla nostra passione per le narrazioni intime e coinvolgenti, abbiamo curato una programmazione ricca di spettacoli in grado di emozionare pubblici diversi, ispirati non solo alla ricca tradizione delle fiabe e dei racconti popolari, ma anche ad alcuni dei personaggi che hanno segnato la storia della letteratura e del teatro».

Giovedì 21 marzo – e in replica anche venerdì 22 – alle 20:30Silvio Barbiero torna a SpazioTeatro con la sua interpretazione, per voce e corpo, delle fiabe raccolte da Giambattista Basile in “Lo cunto de li cunti”, prodotto da Mat Mare Alto Teatro. Cinquanta fiabe in cinque giornate, per una delle opere più importanti della tradizione narrativa europea, in cui la fiaba, la meraviglia e la magia danno spazio ad una creatività ricca e complessa, dove l’autore mescola le regole della commedia dell’arte, del racconto rituale e anche dell’alchimia.

Sabato 6 aprile alle 20:30 va in scena “Hamlet in Pieces”, una produzione Teatro Rossosimona, di e con Ernesto Orrico. Nello spettacolo, l’attore, che un tempo era Amleto, armeggia sul palcoscenico tra microfoni, amplificatori, luci, interruttori, effetti elettronici. Non ha bisogno di maestranze nascoste, tecnici solerti e servitori accondiscendenti. Da una postazione quotidiana, architetta arditezze sonoro-acrobatiche in un monologo fatto di fagocitazioni, ripetizioni e rigurgiti. La trama è una drammaturgia che si presta alla frammentazione, al canto, al ritornello, alla dimenticanza e alla sparizione.

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