Un pianoforte e un violino, la potenza di un luogo di culto, l’Achiropita e il pubblico rapito. Sabato scorso – 22 ottobre 2022 – in Cattedrale, il Ludwig Duo – Lorenzo Bevacqua al pianoforte e Alessandro Acri al violino – con il loro concerto di musiche da camera, organizzato dall’associazione Terra e Popolo, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e il supporto dell’agenzia creativa Diez, hanno regalato alla città un momento di perfezione sospeso nel tempo, scandito dalle note.
I Ludwig Duo, Lorenzo Bevacqua al pianoforte e Alessandro Acri al violino, sono due giovani musicisti calabresi, con una formazione partita dal conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza e portata avanti in prestigiose istituzioni musicali, l’Accademia Internazionale di Imola per Lorenzo e il Conservatorio olandese di Maastricht per Alessandro. Nel loro ricchissimo curriculum vantano, tra le altre esperienze, diversi premi vinti in molti concorsi internazionali. Attualmente entrambi continuano a perfezionarsi all’accademia di Santa Cecilia e il Conservatorio di Parma e allo stesso tempo lavorano come docenti, Lorenzo insegna pianoforte principale al conservatorio di Vibo Valentia, mentre Alessandro è docente di violino al conservatorio di Cosenza. È proprio in Calabria che avviene l’incontro tra i due, che suonano insieme dal 2019 e il cui primo concerto ebbe luogo in un altro luogo simbolo della nostra città, il Castello Ducale.
Il concerto si è aperto con la Sonata per violino e pianoforte n.1, meglio conosciuta come Postuma, di Maurice Ravel. Si tratta di un brano composto da un unico movimento e appartiene alla produzione giovanile di Ravel. Conservato negli archivi dello stesso Ravel, il pezzo fu pubblicato solo nel 1975, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista, da qui il titolo di Sonata postuma.
A seguire, abbiamo ascoltato i Miti, un ciclo di tre brani composti dal compositore polacco Karol Szymanowski, ognuno dei quali ha un riferimento extra-musicale tratto, appunto, dalla mitologia greca. il primo brano s’intitola La fontana di Aretusa e narra del mito di Aretusa, una ninfa che, inseguita dal Dio del fiume Alfeo chiede e ottiene l’aiuto della dea Artemide, la quale la tramuta in fonte sotterranea e trasporta le sue acque in Ortigia, presso Siracusa. Ma Alfeo la trova e alla fine si ricongiunge con essa. La musica del brano rappresenta il fenomeno sonoro proposto dal titolo e in un modo estremamente suggestivo l’elemento acquatico ne diventa il protagonista assoluto. Pur non avendo un intento programmatico preciso, Szymanowski riesce qui ad evocare il mito illustrandolo in modo fiabesco, creando sonorità illusionistiche e incantatorie che ci trasportano in questa conversazione tra l’acqua rappresentata dal pianoforte e il canto intenso e struggente di Aretusa affidato al violino. Il secondo brano è tratto dal celebre mito di Narciso che, come sappiamo, per una maledizione cade innamorato di sé stesso e del proprio riflesso che lo porta a cascare in un lago e morire nel tentativo di abbracciarsi. Ritorna l’elemento acquatico, questa volta in una maniera diversa, in un gioco di specchi, dove ancora il pianoforte rappresenta l’acqua e al violino viene affidata la voce di narciso. L’ultimo brano dei miti si chiama le driadi e pan. Dei tre brani questo è il più vivo, e rievoca molto l’immagine delle driadi, ninfe del bosco, inseguite da pan in questa atmosfera fiabesca dove a tratti è possibile sentire nel violino l’effetto del famoso flauto di pan.
L’ultimo brano del programma è stata la Sonata per violino e pianoforte n.1 op.13 di Gabriel Fauré, uno dei capolavori giovanili del compositore francese. La Sonata si articola nei quattro classici movimenti dove sia il pianoforte che il violino sono sempre protagonisti, e mai sono trattati come solista e accompagnamento. È un brano molto vitale, dalle continue trasformazioni espressive e intriso di passione, in cui momenti pieni di pathos si alternano ad attimi più sereni e riflessivi, quasi come a trasportarci in un sogno dal fascino irresistibile e sottile.
I musicisti ci hanno infine regalato dei bis, concludendo la loro performance con l’Ave Maria.
Come associazione, che promuove la crescita culturale e sociale del territorio, la salvaguardia dei diritti, la tutela dell’ambiente e la crescita della cittadinanza attiva, non possiamo non ringraziare don Pino Straface per averci permesso di portare la nostra musica in un luogo così prestigioso come la Cattedrale. Il Comune per il patrocinio e per aver creduto nei progetti che la nostra associazione ha proposto per arricchire e integrare la programmazione degli eventi culturali della città. I nostri media partner, l’agenzia creativa Diez, per le grafiche delle locandine, delle brochure e per aver filmato il concerto. Il numeroso pubblico per aver premiato, con la loro presenza e apprezzamento, il lavoro da noi fatto.
Terra e Popolo da sempre opera con l’intento, tra gli altri, di stimolare la diffusione della cultura, in tutte le sue forme e con questo concerto abbiamo voluto utilizzare la musica come linguaggio universale del bello, dell’arte che sia fruibile da tutti. Grazie a iniziative di questo calibro possiamo fare risalto ai talenti locali che hanno assunto un ruolo di primo piano a livello nazionale e internazionale in grado di contribuire a rappresentare al meglio le strategie e le linee di sviluppo di una città che intende fare della cultura uno dei principali motori di sviluppo e di riposizionamento competitivo. Ci teniamo ancora una volta a ringraziare questi meravigliosi musicisti per aver accettato con entusiasmo il nostro invito e aver reso questa serata indimenticabile con la loro arte e sensibilità. Infine ultimi ma non ultimi, grazie a tutti i membri dell’associazione TeP di cuore, persone che mettono a disposizione in modo, sostanzialmente volontario e gratuito, il proprio tempo e le proprie energie al servizio degli ideali che sono alla base della nostra associazione: la diffusione della cultura, la protezione e tutela ambientale e la crescita della cittadinanza attiva, ideali che trovano attuazione nell’elaborazione di progetti, sviluppando collaborazioni e creando reti tra i protagonisti locali.