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Reggina dichiarata fallita: falsificata firma di un notaio, atti inviati alla Procura

di Paolo Ficara – La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha pronunciato la sentenza sulla Reggina 1914, dopo l’udienza cartolare dello scorso 26 febbraio. Accolti i ricorsi di Agenzia delle Entrate, Inail ed Inps ed omologa revocata. Di conseguenza, è stata dichiarata la liquidazione giudiziale.

Tra le motivazioni, la Corte d’Appello sottolinea in più passaggi lo stato di insolvenza rilevando “una situazione di impotenza, strutturale e non soltanto transitoria” – si legge nella sentenza dei giudici Morabito, Crucitti e Sapone – causata dalla mancata iscrizione in Serie B oltre che dalla perdita del parco giocatori. Attestata anche una situazione debitoria di circa 4 milioni al 30 giugno 2019, diventati 16 milioni al 30 giugno 2022 per poi arrivare a 23 milioni nell’unico anno di gestione Saladini.

Ma veniamo alla grave anomalia di cui abbiamo accennato nelle scorse settimane. Relativa ai buoni del Tesoro presentati a garanzia dell’omologa, da parte del socio di maggioranza Felice Saladini: “Il Commissario giudiziale ha evidenziato anche la possibile esistenza di atti in frode ai creditori in relazione ad alcuni titoli costituiti in pegno a favore della Reggina 1914 s.r.l. – ha avvisato il dott. Francesco Aricò, commissario preposto – nonché un uso illecito delle somme destinate alle spese di procedura”.

Andiamo dunque a riportare l’agghiacciante passaggio della sentenza, dal quale si evince come potrebbe essere stata falsificata la firma di un notaio nella presentazione delle garanzie economiche: “Ulteriore elemento di fragilità della situazione in cui versa la Reggina 1914 s.r.l. si trae da quanto allegato dal Commissario giudiziale nella memoria di costituzione (pag. 8 e ss.) del 14 ottobre 2023, circa i titoli costituiti in pegno in favore della Reggina 1914 s.r.l.”.

“Il Commissario giudiziale ha riscontrato una difformità tra il codice ISIN riportato nella relazione integrativa dell’attestatore e il codice ISIN riportato nella dichiarazione di veridicità a firma del notaio, dott. Becchetti – prosegue la Corte d’Appello – il quale ha negato di avere mai sottoscritto la dichiarazione predetta. In relazione a tale aspetto, va disposta la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria”.

Entro stasera potrebbero emergere le prime novità circa la nomina della curatela fallimentare. Nonché per la tempistica sulla vendita dei beni materiali ed immateriali, tra cui il marchio della Reggina 1914.

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