Con il seguente comunicato stampa, il gruppo civico Gruppo Civico “Noi Siamo Arghillà – La Rinascita” ha espresso il suo forte disappunto circa le condizioni del quartiere Arghillà:
” “Arghillà è il quartiere fantasma di Reggio Calabria. Un quartiere dimenticato, abbandonato al proprio destino da un’amministrazione comunale che in un anno di battaglie ha concesso solo briciole, senza mai dare una risposta concreta alla situazione disastrosa in cui viviamo.” – così ha protestato questa mattina il Gruppo Civico “Noi Siamo Arghillà – La Rinascita”, guidato dalla portavoce Patrizia D’Aguì, che ha manifestato a Piazza Italia davanti a Palazzo San Giorgio, per chiedere una volta per tutte che Arghillà venga trattata come una parte della città e non come un non-luogo da ignorare.
“Non c’è più spazio per la pazienza, né per gli appelli inascoltati. Basta promesse vuote, basta interventi di facciata, basta essere presi in giro. Perché la verità è questa: non c’è una reale volontà politica di cambiare il destino di Arghillà. Se ci fosse, oggi non saremmo ancora qui a protestare. Se ci fosse, i residenti non sarebbero costretti a vivere in condizioni indegne di un Paese civile.” – ha alzato la voce la Presidente D’Aguì.
“Non c’è nulla ad Arghillà. Mancano le infrastrutture, mancano i servizi essenziali, manca la sicurezza, manca la dignità. Le istituzioni non ci sono mai, salvo qualche intervento spot, studiato solo per mettere a tacere la protesta e per far credere all’opinione pubblica che qualcosa si stia muovendo. Ma la realtà è ben diversa. La realtà è che la nostra vita, la nostra salute, i nostri diritti vengono calpestati ogni giorno.” – ha proseguito la D’Aguì – “Abbiamo chiesto in tutti i modi un incontro con il Sindaco Falcomatà, per discutere concretamente del futuro di Arghillà, per portargli in mano le richieste di chi vive nell’abbandono e nell’indifferenza. Non ci ha mai ricevuti. Perché? Forse perché non ha nulla da dirci, perché sa benissimo che Arghillà è il simbolo del fallimento della sua amministrazione. Forse perché ammettere che il quartiere è stato lasciato morire significherebbe prendersi una responsabilità che nessuno vuole assumersi. Il messaggio che arriva ai cittadini è un disprezzo silenzioso, una negligenza che dura da decenni e che nessuno vuole davvero interrompere.” – ha proseguito la Presidente del Gruppo Civico – “Noi non ci stiamo. Non vogliamo più vivere come cittadini di serie B, non vogliamo più sentirci esclusi dalla città. Chiediamo che il nostro quartiere venga finalmente valorizzato, che i nostri diritti siano riconosciuti, che le promesse vengano mantenute. Non siamo più disposti a rimanere in silenzio, a subire l’indifferenza delle istituzioni. Arghillà merita di risorgere, di essere un luogo dove ogni cittadino possa sentirsi fiero di vivere, lavorare e crescere. È giunto il momento di essere ascoltati, è giunto il momento di ottenere ciò che ci spetta di diritto e non ci fermeremo finché non vedremo il cambiamento”
“Inoltre, durante la protesta, è stato chiesto che una rappresentanza del Gruppo Civico “Noi Siamo Arghillà – La Rinascita” potesse incontrare il Prefetto Clara Vaccaro, per sottoporre direttamente alla massima autorità governativa del territorio l’emergenza che viviamo ogni giorno.” – ha raccontato Patrizia D’Aguì – “Vogliamo risposte concrete e un’assunzione di responsabilità chiara e inequivocabile. Le istituzioni devono smettere di girarsi dall’altra parte: se il Comune continua a ignorarci, ci rivolgeremo a chiunque possa garantire diritti e dignità ai cittadini di Arghillà.”
“La nostra lotta è una lotta di giustizia, per la dignità e per il rispetto che ci sono dovuti. Non ci fermeremo finché non otterremo ciò che ci spetta. Meritiamo un futuro migliore, meritiamo di essere trattati con il rispetto che ogni cittadino ha diritto di ricevere. Non ci accontenteremo più delle solite parole, dei soliti rattoppi. Noi vogliamo un piano serio di riqualificazione, un impegno vero e tangibile per riportare Arghillà alla normalità. Noi non ci arrendiamo.” – ha concluso Patrizia D’Aguì.”