“L'arte di non sapere, che non dev'essere confusa con l'ignoranza, perchè gli ignoranti non sono responsabili della loro triste condizione, nasce da un'idea autolatra ed egocentrica del mondo e della società” - Luis Sepúlveda
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Ricorso al Tar del Lazio per annullamento parere Commissione via Ponte sullo Stretto Villa San Giovanni, ‘Città in Movimento’: “Radicalità come metodo e mezzo per il cambiamento”

“La scelta di essere radicali è faticosa, difficile, complessa, non immediatamente comprensibile, può generare fraintendimenti, talvolta delusioni. Questo Movimento, però, ha scelto di percorrere questa strada: la radicalità come metodo e mezzo per il cambiamento.
Radicalità, non radicalismo. Questo concetto, almeno per noi, è trasversale a qualsiasi area culturale e politica, quando riguarda i problemi della Città e dei Cittadini. In esso, riconosciamo il fattore comune che ci ha fatto intraprendere insieme questa esperienza amministrativa e ad esso vorremmo che l’Amministrazione comunale, espressione di questo Movimento politico, uniformasse sempre le sue scelte, così come ha fatto in questi anni.
Non vi è dubbio che anche la scelta di adire il TAR contro la procedura VIA-VAS del progetto Ponte sullo Stretto sia l’estrema sintesi di un percorso nuovo, diverso e, perciò, radicale, che ha guardato fin da subito ai progetti, alle carte, ai dati tecnici, ai pareri scientifici, non alle dinamiche ideologiche, pur presenti al nostro interno. Noi, che ne abbiamo condiviso l’impostazione inseguito ad un fervente dibattito, anche quando essa poteva apparire timida e strumentale, non abbiamo mai avuti dubbi nell’iscriverla dentro il quadro di questa radicalità, cifra del nostro modo di essere nel quadro politico cittadino. Oggi ne rivendichiamo la matrice, come su altri temi, dall’erosione costiera all’organizzazione degli uffici, dal decoro urbano ai tributi.
La tutela di un territorio e della sua gente non può soccombere, come in passato è accaduto, per superiori interessi di partito, come con la Variante di Cannitello. Essa impone scelte radicali, non negoziabili, a prescindere da quale sia il bagaglio culturale e politico di chi opera tali scelte accettandone le implicazioni. In questo quadro, la decisione di procedere dinanzi al tribunale amministrativo non è né inattesa, né inaspettata, né tantomeno scontata, a secondo di chi ha criticato da una parte o dall’altra il metodo tecnico-scientifico fin qui applicato dall’Amministrazione Comunale. È una scelta obbligata di chi ha dovuto purtroppo constatare, carte alla mano, che il progetto ponte contrasta con gli interessi della Città e dei cittadini. ‘Radicale’, quindi, significa affondare lo sguardo in profondità, nei meccanismi costitutivi dei processi materiali. È un modo di sapere innovativo, uno sguardo a tutto campo, un metodo nuovo, un dialogare con tutte e tutti coloro che hanno a cuore il bene comune dal quale dipende la nostra vita ed il benessere collettivo”.
Lo afferma in una nota il Movimento Civico “Città in movimento”.
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