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Turismo, La Strada: “Reggio perde decine di migliaia di euro per l’evasione dell’imposta di soggiorno. Coinvolgere gli operatori”

“Proviamo a vedere se si può farla finita con la tiritera falsa di ‘Reggio città turistica’ e vediamo di capire cosa si può fare, a poco a poco, perché dall’anno zero per il turismo si inizi a fare qualcosa.

Partiamo dalla imposta di soggiorno. Uno strumento molto importante e che non grava assolutamente né sulla cittadinanza né sugli operatori del turismo. Sono i turisti a pagare questa imposta, che dovrebbe trasformarsi facilmente in una restituzione di servizi alla città e al turismo. Succede questo? Secondo voi?

Parliamo mediamente di una cifra superiore ai 100.000 euro annuali, a fronte comunque di una notevole evasione. E come ti sbagli? A Reggio è quasi una regola.

Fatto sta che esiste un Regolamento del Comune, che all’Art.7 c.1 lettera l) del Regolamento Comunale per l’istituzione e l’applicazione dell’imposta di soggiorno sancisce che ‘l’ordine delle priorità di intervento per l’allocazione delle risorse derivanti dal gettito di imposta sarà concertato, di anno in anno, con le associazioni di categoria’. Priorità rispetto agli undici punti (lettere a-k) dello stesso arti. 7 dello stesso Regolamento.

Vale la pena verificare quando questo Regolamento sia stato applicato.

Non ci vuole molto, l’ultimo verbale che il consigliere Saverio Pazzano ha reperito si trova sulla pagina dedicata dell’Amministrazione e risale al 28 febbraio 2019. In quel verbale è espresso che gli operatori chiedono ‘un incontro per tale scopo’, ovvero concertare l’allocazione delle risorse derivanti dal gettito.

Da allora in poi non risulta nulla. Reggio città turistica?

I Regolamenti ci sono, ma l’applicazione a Reggio è un optional.

Abbiamo chiesto, con il consigliere de La Strada, che si provveda urgentemente a definire l’impiego della spesa dell’imposta di soggiorno come prevede il Regolamento e non con delibere o decisioni che non tengono conto della necessaria concertazione con gli operatori. Peraltro lo strumento dell’ascolto degli operatori si rivelerebbe un ottimo strumento per contrastare l’evasione: coinvolgere nel processo decisionale per dare il senso immediato della ricaduta dell’imposta e definire, di fatto, una forma di controllo interna e di partecipazione.

Del resto, nel verbale del febbraio 2019, sono gli stessi operatori a chiedere ‘quali azioni e provvedimenti stia applicando il Comune per fare emergere strutture attive ma inadempienti nei confronti dell’imposta di soggiorno’. La domanda è lì, dal 2019. È ipotizzabile che siano decine di migliaia gli euro che la città ogni anno perde per l’evasione dell’imposta. Non possono essere sufficienti controlli a campione, occorre attivare strumenti operativi diversi: a partire dal coinvolgimento degli operatori nella destinazione delle risorse.

Reggio città che vorrebbe affacciarsi al turismo. Cominciamo dalle cose piccole e semplici, e a costo zero, ma cominciamo”.

E’ quanto si legge in una nota del movimento ‘La Strada’.

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