Al via domenica 19 ottobre la stagione 2025 del Teatro “Rendano” di Cosenza. Primo titolo in cartellone il “Bolero” di Maurice Ravel, in occasione del 150° anniversario della nascita del grande compositore francese che risale al 1875. L’appuntamento è per le ore 18,00. Lo spettacolo è una produzione originale del Rendano. Il concept, le coreografie e la regia sono firmate da Salvatore De Simone, danzatore e coreografo della londinese “Wayne Mcgregor Dance Company”, una delle maggiori compagnie internazionali, e Filippo Stabile, danzatore e coreografo, anch’egli con una ragguardevole esperienza internazionale. I due coreografi e registi sono entrambi calabresi. Sulle tavole del Rendano sarà impegnato un collettivo internazionale di danzatori selezionato appositamente per la produzione originale del Rendano. Le performance aeree sono a cura della Compagnia Colonna. La produzione è realizzata in collaborazione con “Ramificazioni festival”. Alle musiche originali di Ravel si somma un inedito elettronico di Vincenzo Palermo. “Siamo pronti – sottolinea il Sindaco Franz Caruso – ad accogliere il nostro pubblico in quella casa della meraviglia – questo lo slogan della stagione – che è e deve tornare ad essere il Teatro Rendano. Il nostro teatro ha intrapreso un nuovo corso e – lo ribadisco – è una delle realtà più preziose dell’intera regione, che deve riprendere la centralità che gli spetta nella geografia dei teatri più importanti del Mezzogiorno. I presupposti per fare bene, con la nuova direzione artistica e con il progetto triennale presentato al Ministero – aggiunge Franz Caruso – ci sono tutti. Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera. In attesa del repertorio operistico, prossimo venturo, invitiamo gli appassionati a seguire con interesse la significativa rivisitazione del “Bolero” di Ravel secondo la rilettura che ne fanno due talentuosi coreografi appartenenti alla nostra terra”. “Un lavoro di grande impatto emotivo”. Così il “Bolero” viene definito dal direttore artistico della stagione del Rendano, Chiara Giordano. “La danza – dice ancora Giordano – penetra il fascino intramontabile del Bolero. Il suo incantamento ritmico restituisce ipnotica poesia dei corpi, per poi generare, anche con l’innesto di musica elettronica, un loop avvolgente e catturante (di qui il titolo completo dello spettacolo, “Bolero Loop Escape”) in un escalation che alterna frenesia e sospensione, fuga e rincorsa, esplosione e implosione e che porta, al fine, ad una superiore, estatica ed eterna armonia”. Chiara Giordano spiega anche i motivi che hanno indotto ad aprire la stagione con questo lavoro. “La motivazione – sottolinea Giordano – è quadruplice: l’adesione alla programmazione triennale che prevede la danza nella sua plurale espressione tra balletto classico e creazioni contemporanee, l’occasione dei 150 anni dalla nascita di Ravel che è uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, la celebrità e il fascino del Bolero che però offre sempre nuovi spunti interpretativi, e, infine, il fatto che entrambi i coreografi siano calabresi under 35, ma già con formazione ed esperienza di profilo internazionale, anche in contesti blasonati e di massimo prestigio. Il fatto poi – chiude Giordano – di avere una compagnia di matrice internazionale e individuata attraverso una call ad hoc rende ancora più entusiasmante accogliere questa produzione originale”. A spiegare, invece, la struttura dello spettacolo, diviso in due parti, è il coreografo e regista Salvatore De Simone. “Bolero Loop/Escape – dice De Simone – nasce come una danza tra memoria e ribellione. Il fantasma di Bronislava Nijinska ritorna sulla scena del suo Bolero per danzare ancora, ma ciò che trova non è più il suo mondo: è un paesaggio glitchato, distorto, popolato da ombre e frammenti del passato. Il suo corpo si muove in un rituale sospeso, tentando di ritrovare il controllo, ma viene trascinato da forze più grandi: il desiderio, la collettività, la ripetizione, la perdita. Il cerchio, tavolo, loop, prigione, diventa il simbolo del ciclo che non si spezza. Nijinska incontra il fratello Vaslav Nijinsky, anch’egli intrappolato in un loop di follia e genio: il loro dialogo fisico è una lotta e un abbraccio, una tensione tra amore e annullamento. La danza – conclude De Simone – si trasforma in un rave di movimento e resistenza, dove il collettivo implode nel proprio ritmo. Ogni corpo è un’eco, un glitch, un frammento di una memoria che si disintegra. Nijinska rimane sola, avvolta dal silenzio, mentre il cerchio continua, il loop non finisce mai, ma continua come un respiro, un battito, un ricordo che rifiuta di morire”.
Cosenza, il Bolero di Ravel apre la stagione 2025 del Teatro Rendano
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