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Nicola Gratteri e una vita in prima linea contro la ‘ndrangheta: dagli esordi professionali alla nomina come procuratore di Napoli

Una vita da sempre in prima linea, tra inchieste che hanno inciso pesantemente sull’organizzazione e gli interessi della ‘ndrangheta, infliggendole colpi devastanti, minacce concrete di attentati ed una vasta attività pubblicistica. Nicola Gratteri raccoglie, con la nomina a procuratore della Repubblica di Napoli, i risultati di un’attività professionale che ne hanno fatto uno dei magistrati più noti a livello nazionale ed internazionale, capace di tessere rapporti con gli uffici giudiziari di tutto il mondo proprio perché la ‘ndrangheta è conosciuta come l’organizzazione criminale più diffusa a livello planetario.

Nei suoi quasi 40 anni di attività, Gratteri ha condotto inchieste che hanno innalzato al massimo livello l’azione di contrasto alle cosche più note della ‘ndrangheta, colpendole sotto l’aspetto organizzativo ed economico. Sin dai suoi esordi professionali, come sostituto procuratore a Locri, al passaggio successivo nella Procura di Reggio Calabria, dove è stato Procuratore aggiunto, fino all’approdo nel 2016 alla Procura della Repubblica di Catanzaro, Gratteri ha condotto innumerevoli inchieste, avvalendosi della collaborazione di investigatori di notevole spessore, appartenenti a tutti i corpi di polizia, che ha saputo motivare nel migliore dei modi e che hanno instaurato con lui un rapporto estremamente produttivo, con un interscambio di conoscenze che si é rivelato vincente.

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Il neo procuratore di Napoli ha apposto il suo sigillo sulle tappe più importanti della lotta dello Stato contro la ‘ndrangheta. Dall’inchiesta “Crimine”, risalente ai tempi in cui era aggiunto a Reggio Calabria, che porto all’accertamento sul piano giudiziario dell’unitarietà dell’organizzazione criminale calabrese, a quella sulla strage di Duisburg, nel 2007, con l’uccisione nella cittadina tedesca di sei persone coinvolte nella cosiddetta “faida di San Luca”.

Per finire all’indagine ancora più vasta ed imponente, denominata Rinascita Scott, che nel 2019 portò all’arresto di 340 persone, tra cui esponenti politici di primo piano, accusati di fare parte di quella cosiddetta “area grigia” asservita al crimine organizzato per trarne importanti vantaggi personali economici. Un lavoro incessante ed incisivo che ha esposto Gratteri alle possibili ritorsioni di quanti hanno subito le conseguenze delle sue inchieste.

In più occasioni sono emersi i progetti da parte di importanti esponenti della ‘ndrangheta di vendicarsi contro di lui. Una minaccia concreta a tal punto da rendere necessaria la predisposizione di un imponente apparato di protezione non soltanto nei confronti del magistrato, ma anche dei suoi familiari più stretti.

Gratteri ha avuto inoltre la capacità di affiancare all’attività professionale quella pubblicistica, scrivendo, insieme ad Antonio Nicaso, ben 22 libri che hanno raccontato la ‘ndrangheta nei suoi aspetti più reconditi. E si annuncia l’uscita ad ottobre del volume numero 23, intitolato “Il grifone” e dedicato al livello più avanzato delle mafie, quelle che operano nello spazio cibernetico, capaci di operare “on line” e “off line”, nell’analogico e nel digitale.

Con la nomina a procuratore di Napoli comincia adesso un nuovo percorso professionale per Nicola Gratteri e la sensazione unanime è che il suo impegno contro il crimine organizzato troverà nuovi impulsi e nuovo slancio. (ANSA)

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