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Bandiera Blu, Baldino (M5S): “Dalla Regione maschera dell’ipocrisia”

“Bandiera blu tra le mani, maschera dell’ipocrisia sulla faccia. E’ questa l’immagine sbiadita del centrodestra calabrese che la vicenda Bandiera Blu regala ad amministratori locali e a cittadini inconsapevoli. Lungimiranza, sforzi e caparbietà oggi sono tutti cuciti esclusivamente addosso a quei sindaci che hanno fatto della mancanza di programmazione regionale sulla depurazione la loro azione di rivalsa fino all’importante riconoscimento internazionale della Bandiera Blu. Sindaci che hanno investito in depurazione, mettendo mano ai propri bilanci, migliorato i servizi, puntato sulla qualità ambientale. È il caso emblematico della terza città della Calabria, Corigliano Rossano, che non ha ricevuto un solo euro in questi anni dalla Regione per la depurazione. Un risultato che affonda le sue radici nel 2017, quando furono proprio gli attivisti del Movimento 5 Stelle a lanciare l’idea della Bandiera Blu come obiettivo strategico per il territorio. Un percorso lungo, ostinato, reso possibile grazie a una visione politica chiara e alla caparbietà dell’amministrazione locale. Altro che meriti della Regione”.

E’ quanto denuncia in una nota la deputata M5S Vittoria Baldino.

“La stessa Regione che oggi vorrebbe salire sul carro dei vincitori non ha mai completato il catasto unico degli impianti, installato i misuratori di portata, attivato i controlli automatizzati, inviato all’ISPRA dati completi e utilizzabili impedendo di fatto qualsiasi verifica delle procedure  d’infrazione aperte dall’Europa contro i territori calabresi per mala depurazione. Eppure le richieste dell’UE sono precise: monitoraggi continui, sistemi di controllo, validazione dei dati e verifiche indipendenti. Ma distanza di anni queste azioni restano inattuate>, continua Baldino.

“2La stessa Regione ha bloccato l’attuazione del Piano d’Ambito redatto da ARRICal – reclama la parlamentare – lo strumento accentratore voluto dal centrodestra, condannando la Calabria alla paralisi burocratica proprio nel momento in cui l’Unione Europea chiede azioni concrete e verificabili.

E che dire delle inchieste giudiziarie, come l’operazione giudiziaria “Scirocco”, che lo scorso anno hanno svelato il fallimento di un intero sistema regionale? Con 34 depuratori gestiti con pressapochismo, gare vinte al massimo ribasso da aziende prive persino dei mezzi per operare. E invece di assumersi le proprie responsabilità, Occhiuto ha scelto la strada più vile: scaricare tutto sui sindaci, definiti pubblicamente “criminali”. Se allora alcuni sindaci sono criminali per la mala depurazione, perché oggi altri non dovrebbero essere considerati eroi quando, con le sole loro forze, raggiungono risultati come la Bandiera Blu?

Il paradosso è che la Regione continua a premiare l’inerzia e a penalizzare la virtuosità. A proposito infatti della raccolta differenziata, uno dei criteri stringenti per ottenere l’ambìto riconoscimento internazionale, ha cancellato per esempio la tariffa agevolata per i Comuni con alte percentuali di raccolta differenziata, costringendo tutti a pagare allo stesso modo per il conferimento. Un colpo mortale a ogni logica di premialità, un segnale chiaro: per la Calabria di Occhiuto, chi si impegna non merita nulla.

In sostanza, le Bandiere Blu in Calabria sono il frutto della resistenza quotidiana di sindaci e comunità che vogliono cambiare rotta. Al centrodestra regionale resta la maschera dell’ipocrisia”, conclude Baldino.

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