“Voglio raccontarvi la storia di una donna coraggiosa e determinata. Un esempio di passione, costanza e perseveranza per tante donne. Elda è una delle poche, se non l’unica donna in Italia a guidare un autobus a lunga percorrenza. Fino a qualche tempo fa macinava chilometri su chilometri in giro per l’Europa non senza difficoltà e pregiudizi. Non è stato facile per lei ottenere un contratto con la qualifica di autista perché, si sa, nel più classico degli stereotipi, la donna al volante è considerata un pericolo. Eppure ci riesce e nel 2015 viene assunta da un’azienda calabrese di trasporto su gomma. Nel 2018, a seguito di un accordo di partnership naufragato con Ferrovie dello Stato, Simet, la società per cui Elda lavorava, entra in crisi, aggravata dalla pandemia e dai costi crescenti del carburante. Per questo, nel 2022 annuncia un licenziamento collettivo per lei e per altri 40 suoi colleghi.
Vertenza Simet, Baldino (M5S): “La storia di Elda, una discriminazione mascherata da burocrazia”
Nonostante questo Elda non si dà per vinta, perché convinta di essere vittima di un’ingiustizia. Si mobilita, si fa portavoce dei suoi colleghi, porta il caso alla ribalta nazionale e ci riesce. Bussa ad altre società di trasporto ricevendo porte in faccia a volte anche con motivazioni assurde “noi non assumiamo donne”. Contesta comunque il licenziamento nel merito e nel metodo, ma soprattutto lo contesta perché discriminatorio: la legge tutela il lavoro femminile e tanto più tutela l’unica donna con quelle mansioni in forza in un’azienda. Arriva in tribunale, vince. Il giudice le dà ragione: dichiara illegittimo il suo licenziamento perché discriminatorio e ordina la sua reintegrazione nel posto di lavoro.
Nel frattempo l’azienda conclude un nuovo accordo con Ferrovie dello Stato che prevede l’affitto di un ramo d’azienda. Accordo raccontato con toni trionfalistici dalla società stessa e dal Ministero dei trasporti, specialmente nella parte in cui si prevedeva “la salvaguardia di tutta la forza lavoro in servizio”
Sembrerebbe una storia a lieto fine, eppure ancora oggi, la resistenza di Elda si scontra con una discriminazione mascherata da burocrazia. Il reintegro è bloccato in un rimpallo di competenze tra Simet e Ferrovie dello Stato.
Mi sembra fuori dal tempo e dalla storia che una lavoratrice debba affrontare così tante difficoltà per veder riconosciuto un proprio diritto. Mi sembra assurdo che una società partecipata e controllata dallo Stato consenta una tale discriminazione e non provveda o quantomeno promuova il rispetto di una decisione di un giudice e, prima ancora, della legge e della costituzione italiana. La storia di Elda è diventata un simbolo, un richiamo potente contro la discriminazione di genere. È tempo di sfidare i pregiudizi e aprire le porte alle donne che guidano con forza e determinazione ogni percorso della vita. Auspico che Simet la reintegri, rispettando l’ordinanza e dimostrando un impegno concreto contro la discriminazione”
Così Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5S a Montecitorio, in un post sui social.
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