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‘Ndrangheta e rifiuti tossici dagli scarti della conceria: Procura di Firenze chiede rinvio a giudizio per 30 soggetti

La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 30 tra persone fisiche e aziende, coinvolte nell’inchiesta sul keu, i fanghi tossici di risulta prodotti dagli scarti della concia delle pelli dalle fabbriche di Santa Croce sull’Arno e che secondo gli inquirenti sono stati smaltiti illecitamente in vari luoghi e siti toscani. L’udienza preliminare si aprirà il prossimo 12 aprile davanti al giudice Gianluca Mancuso. Tra gli imputati, esponenti politici, dipendenti pubblici e imprenditori collegati al clan di ‘ndrangheta Gallace di Guardavalle (Catanzaro) e sei aziende. Tra le accuse dell’inchiesta, a vario titolo, ci sono quelle di associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, corruzione in materia elettorale e di indebita erogazione di fondi pubblici danni della pubblica amministrazione, falso e impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari.

La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 tra politici locali, dirigenti di enti pubblici e imprenditori, e sei aziende, tutti coinvolti, con numerose accuse e a vario titolo nell’inchiesta. Tra gli indagati, rischiano di andare alla sbarra Ledo Gori, ex capo gabinetto del presidente della regione Eugenio Giani, il funzionario regionale all’ambiente Edo Bernini, il consigliere regionale Pd Andrea Pieroni, ex presidente della provincia di Pisa, e la sindaca di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Giulia Deidda. Ad Andrea Pieroni è stato contestato il reato di corruzione elettorale. Per l’accusa, si sarebbe impegnato a far approvare un emendamento sui rifiuti Keu per ottenere i voti del distretto conciario alle elezioni regionali toscane del maggio 2020. L’emendamento che puntava a esonerare il Consorzio di depurazione Aquarno dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione integrata ambientale, passò in Consiglio regionale. Ma la norma fu poi abrogata dallo stesso Consiglio nel maggio 2021 a cinque mesi dall’esplosione dell’inchiesta con arresti e sequestri. Pieroni secondo l’accusa chiese “esplicitamente un aiuto elettorale ai vertici del comparto” conciario ricordando l’impegno profuso per l’approvazione dell’emendamento. Ancora da candidato alle regionali avrebbe dato la disponibilità ad apportare modifiche solo apparenti alla norma regionale impugnata, così da rendere inammissibile il ricorso già pendente davanti alla Corte Costituzionale. La procura contesta alla sindaca Giulia Deidda, accusata di associazione per delinquere, di aver svolto un ruolo di raccordo tra la politica e gli imprenditori nella raccolta di contributi elettorali orientandoli in favore dei candidati politici che dimostravano maggiore sensibilità alle istanze dei conciatori. Si sarebbe attivata perché le nomine dei vertici degli enti di controllo e sulle attività di Aquarno fossero gradite agli imprenditori. Infine avrebbe fatto pressioni sul presidente della Regione Eugenio Giani perché confermasse Ledo Gori nel ruolo di capo Gabinetto. Ledo Gori, ritenuto concorrente esterno dell’associazione per delinquere costituita dagli imprenditori, insieme a Edo Bernini si sarebbe adoperato per fare ottenere, rilasciare o posticipando illegittimamente autorizzazioni ambientali in favore del Consorzio Aquarno.

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