È andato in scena ieri in Sala Petraglia l’evento “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, il roadshow promosso da Unioncamere con il diretto coinvolgimento dei Comitati per l’imprenditoria femminile.
Tema dell’incontro, ora inserito nel “Piano Nazionale dell’Imprenditoria femminile”, progetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e finanziato dall’Unione europea con le risorse del Next Generation EU, è stato “Imprenditoria femminile in provincia di Cosenza: sfide e opportunità”.
Nel corso del dibattito, finalizzato a valorizzare le migliori pratiche territoriali con interventi sulle dinamiche dell’occupazione femminile e sulle opportunità per le imprenditrici e aspiranti imprenditrici, sono intervenuti: Anna Gallo, Presidente Comitato Imprenditoria Femminile; Tiziana Pompei, Vice Segretario Generale Unioncamere; Giovanni Cuconato, Responsabile del centro per l’impiego di Cosenza; Silvia Petrone, Ricercatrice Centro Studi Guglielmo Tagliacarne; Raffaella Terenzi, Business Development Specialist Invitalia.
L’incontro, che è stato moderato dal Segretario Generale della Camera di commercio di Cosenza, Erminia Giorno, ha visto anche la partecipazione di due giovani imprenditrici che hanno raccontato al pubblico presente in sala la loro esperienza nell’avvio dell’attività imprenditoriale grazie anche al finanziamento “Resto al Sud”.
Dai dati analizzati è emerso come nel 2023 il tasso delle imprese italiane guidate da donne localizzato in Calabria sia del 3,3%: nella regione si registra un «tasso di femminilizzazione» (rapporto tra imprese femminili e totale imprese del territorio) pari al 23,6%; la stessa che si registra nei territori della provincia di Cosenza.
La maggiore concentrazione nella provincia si registra nelle città di Cosenza, Paola, Amantea, Scalea, San Giovanni in Fiore, Belvedere Marittimo, Montalto Uffugo.
In merito alle specializzazioni settoriali, infine, il settore più “rosa” nei territori della Camera di commercio di Cosenza risulta quello legato agli “altri servizi alla persona” (all’interno del quale circa 54 imprese ogni 100 sono guidate da donne).
Seguono le imprese del settore moda, i servizi legati alla “sanità e assistenza sociale” (servizi per anziani, asili nido, centri di medicina estetica, ecc.) e all’istruzione.