La presenza della criminalità organizzata nel gioco d’azzardo
In Calabria, una delle regioni d’Italia con il più alto livello di disoccupazione, la spesa annuale per il gioco d’azzardo ha quasi raggiunto la soglia dei due miliardi. E questi dati non prendono in considerazione il mondo del sommerso, che, come da tradizione, sfugge alle fotografie ufficiali.
Ma la ‘ndrangheta – inchieste giudiziarie più o meno recenti lo dimostrano chiaramente – tira le fila delle marionette del gioco illegale: macchinette contraffatte e non collegate alle reti di monitoraggio di ADM e Agenzia delle Entrate; centri di gioco ufficialmente chiusi, il cui accesso è garantito da entrate secondarie; punti scommesse collegati a reti sommerse e illegali e quant’altro.
Questi e altri sono i meccanismi con cui le organizzazioni criminali della Calabria entrano nel mondo del gioco d’azzardo illegale, andando a penalizzare tutti gli operatori onesti, a riciclare denaro sporco, a finanziare altre attività altrettanto illegali e ad incrementare il fenomeno delle dipendenze (i giocatori del segmento illegale non sono monitorati e, quindi, in caso di atteggiamenti compulsivi, difficilmente entrano nel circuito di cura e trattamento organizzato dalle strutture sanitarie regionali).
Contrasto alla criminalità organizzata e normazione del gioco d’azzardo
La regione Calabria sta cercando di porre rimedio al gioco d’azzardo sommerso e lo sta facendo a livello normativo con una modifica legislativa alla legge sul gioco pubblico, in favore del contrasto e della prevenzione del Gioco d’azzardo patologico (Gap); la norma aggiornata è entrata in vigore il 1 gennaio 2023.
Un segno importante arriva dal fatto che l’articolo che norma il gioco d’azzardo in Calabria è inserito all’interno della più ampia “legge di contrasto al fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”. Si tratta infatti di un primo passo nel riconoscimento di un legame stretto tra gioco illegale e mafie, tra lotta alla criminalità e lotta alla ludopatia; tale riconoscimento è l’imprescindibile punto di partenza per una ferma opposizione ai fenomeni mafiosi e alla loro nefasta influenza sulla società e sulla cittadinanza.
Per quanto riguarda la tutela dei giocatori, un primo passo può essere rappresentato dal rivolgersi a siti di gioco e casino online con misure di prevenzione (limiti di deposito, autoesclusione, sospensione del conto) dei comportamenti di gioco rischiosi che possono portare a forme di ludopatia e gioco compulsivo.
Cosa dice la modifica di legge
Il nuovo articolo di legge indica in modo più preciso le precedenti fasce orarie di apertura delle attività di gioco d’azzardo. O meglio, indica gli orari in cui “le sale da gioco, le sale scommesse degli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici o aperti al pubblico e delle rivendite di generi di monopolio in cui sono presenti o comunque accessibili le forme di gioco a rischio di sviluppare dipendenza” devono improrogabilmente essere chiusi, fissando tali orari nella fascia compresa tra mezzanotte e le nove del mattino.
Gli operatori che dovessero violare questa disposizione incorrerebbero in sanzioni amministrative comprese tra 500 e 1.500 € ad apparecchio!
Le reazioni politiche
Secondo la maggioranza politica che amministra la regione, quello intrapreso dalla legge fortemente voluta dalla giunta regionale calabrese è un segno importante, in quanto la Calabria è la prima in Italia ad aver imposto degli orari di chiusura. Finalmente, quindi, la regione si fa notare per un’eccezione positiva.
L’opposizione, tuttavia, non si mostra tanto entusiasta. Secondo i partiti e i consiglieri di minoranza, infatti, la legge avrebbe potuto essere riscritta in modo più completo e preciso. Il problema principale è rappresentato dal fatto che le modifiche alla norma sul contrasto al gioco d’azzardo illegale e a favore della lotta alla dipendenza si applicano alle “concessioni per le sale da gioco, per le rivendite di generi di monopolio, per le sale scommesse e per ogni altro locale autorizzato alla raccolta di gioco, rilasciate successivamente alla data del 03 maggio 2018.”
Ne sono quindi escluse tutte quelle attività avviate e licenziate precedentemente a tale data e queste attività sono dunque libere di tenere aperto anche nella fascia oraria compresa tra mezzanotte e le nove del mattino. In questo modo, continuano i consiglieri di opposizione, si crea a livello territoriale una forte disparità, tra una provincia e l’altra, tra un comune e l’altro, tra un quartiere e l’altro della singola città.
Insomma, le modifiche legislative non sarebbero efficaci, sarebbero anzi controproducenti e andrebbero a sviluppare un fenomeno di migrazione da un comune all’altro, da una sala slot all’altra, soprattutto nelle ore notturne.
A questo fenomeno migratorio, poi, concorrerebbe un altro aspetto trascurato dalla norma, la quale, infatti, regolamenta gli orari di chiusura, demandando ai sindaci del singolo paese la determinazione degli orari di apertura delle attività di gambling e di scommesse sportive.
Non esistono più “il limite massimo di apertura” di sale gioco e affini, prima stabilito in otto ore giornaliere e nemmeno l’obbligo di “chiusura non oltre le ore 22”. Cade, ancora, il divieto di collocare apparecchi per il gioco a distanze “non inferiori a 500 metri per i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti” e resta solo il limite invalicabile di 300 metri per i comuni con meno di 5.000 abitanti.