“Noi non siamo per un’Europa guerrafondaia, ma esprimiamo contrarietà alla impostazione impressa dal nuovo corso politico americano, così come siamo contrari all’invasione degli Stati liberi e democratici del mondo intero. Mai come in questo momento dobbiamo dare forza e consistenza al progetto d’Europa, quello disegnato dai suoi padri fondatori con il manifesto di Ventotene”.
Lo ha detto questa mattina il Sindaco Franz Caruso, intervenendo all’incontro sul tema “Europa – diritti, cittadinanza, pace”, organizzato dall’Amministrazione comunale e, in particolare, dall’Assessore ai rapporti con l’Unione Europea, Veronica Buffone, che ne ha anche moderato i lavori. L’iniziativa, tenutasi nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, è stata organizzata in occasione della tradizionale Festa dell’Europa che cade ogni anno in coincidenza dell’anniversario della storica dichiarazione di Schuman, quando, proprio il 9 maggio, ma del 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose, in occasione di un discorso a Parigi, la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l’Europa che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee. “Sappiamo – ha aggiunto Franz Caruso nel suo intervento – delle difficoltà che si stanno vivendo oggi a livello globale. Credo che mai come in questo momento – ha detto – l’Europa stia assumendo una posizione geopolitica molto importante”. Il Sindaco ha poi fatto riferimento alla singolare congiunzione astrale verificatasi ieri, 8 maggio: il compleanno del primo cittadino con l’elezione del nuovo Pontefice, Papa Leone XIV. “Una congiunzione astrale – ha sottolineato Franz Caruso – che mi ha portato ieri, giorno del mio compleanno, a Roma, proprio nel momento in cui è stato eletto il nuovo Papa”. Ascoltando le prime parole pronunciate dal Santo Padre, Franz Caruso è rimasto favorevolmente impressionato. “Il fatto che il nuovo Papa abbia ripetutamente utilizzato il concetto di pace dà un indirizzo che è certamente significativo anche della nostra visione che abbiamo dell’Europa. Siamo convinti che l’Europa debba avere un ruolo importante a livello globale che possa realmente portare a quella posizione alla quale noi aderiamo in assoluto e che è la difesa, sempre e comunque, della Pace contro ogni conflitto”. Quindi, il Sindaco ha ricordato l’attività messa in campo, insieme al prof.Franco Mollo e all’Assessore Veronica Buffone, ridando vita allo sportello per l’Europa che esisteva già in passato, ma che era rimasto inattivo per lungo tempo. “Abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità per ricreare questo spazio di riferimento per tutte quante le comunità che sono presenti nel nostro territorio. Siamo cittadini europei, crediamo nell’Europa e lavoriamo perché l’Europa possa avere a livello mondiale il ruolo che la storia le ha assegnato. Per noi, e lo testimonia anche la massiccia presenza oggi in Comune dei rappresentanti delle diverse comunità, è importante il valore dell’accoglienza.”. Infine, ha concluso il suo intervento ribadendo la necessità di rilanciare i valori fondanti dell’Europa “I valori che sono alla base del manifesto di Ventotene e che vedono in noi gli epigoni, i continuatori di quella politica e di quella impostazione che devono condurre necessariamente alla creazione di un unico Stato e di un unico popolo, che è quello europeo. Dobbiamo fare in modo che i valori fondanti del rispetto della persona, della libertà e della democrazia si diffondano sempre di più, diventando patrimonio di una parte geograficamente anche vicina all’Europa che può far parte dell’Europa, ma noi dobbiamo essere gli strenui difensori dei valori che hanno dato vita all’Unione europea”. L’incontro era stato introdotto dall’Assessore Veronica Buffone che ha sottolineato la necessità per il Comune “di creare, in occasione della giornata dell’Europa, un momento di confronto per parlare dei principi fondanti dell’Europa e di come noi cittadini europei siamo i primi a dover lavorare e, se del caso, lottare perché questi principi trovino affermazione in un contesto storico particolare come quello odierno segnato da conflitti e sfide molto complesse”. Tra i partecipanti, anche Don Giacomo Tuoto, intervenuto in rappresentanza dell’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Mons.Giovanni Checchinato.
“Quando si parla di Europa, di diritti, di cittadinanza e pace – ha detto Don Tuoto – dobbiamo arrivare al nodo delle cose. I diritti sono diritti di carta se non c’è la persona che li incarna. Oggi come non mai sono state promulgate tante leggi e dichiarazioni nel campo dei diritti, ma oggi come non mai i diritti sono offesi perché si registra una crisi antropologica, che riguarda la persona, senza precedenti”. Una delle cose importanti da ribadire per Don Giacomo Tuoto “è la dignità morale della persona umana che è riconosciuta e condivisa. La città non deve diventare anonima, invivibile, alienante. La città, invece, deve essere la città dell’uomo, dove le persone vivono come una famiglia. La crisi antropologica deve essere superata riscoprendo anche le nostre radici, rimettendo al centro l’uomo, respingendo ogni forma di individualismo e avendo attenzione all’artigianato della Pace”. Il tema dell’incontro è stato, inoltre, sviscerato dal prof.Franco Mollo, cooordinatore regionale del Movimento Europeo e coordinatore dell’Ufficio Europa del Comune di Cosenza che ha iniziato il suo contributo citando Sant’Agostino : “la speranza ha due bellissimi figli : lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle”. “Credo – ha detto Mollo – che il nuovo Papa porterà avanti il pensiero di Sant’Agostino, richiamandosi a lui già nei primi passaggi del suo discorso. L’Europa di oggi, purtroppo, non è l’Europa di qualche anno fa e di 30 anni fa, quando a Cosenza si tenne la prima manifestazione sull’Europa nel teatro Rendano. L’Europa alla quale pensavamo un tempo era l’Europa dei padri fondatori, della Pace, l’Europa di tutti. Era l’Europa dell’unione nella diversità come annunciato da Schumann nel 1950. Mai avremmo pensato che dopo 80 anni si tornasse nuovamente in guerra. L’iniziativa di oggi è maturata attorno all’idea di un’Europa che sia veramente di tutti, non solo degli italiani che vivono in Italia, ma di tutti quelli che hanno visto nell’Europa la possibilità di migliorare non soltanto sul piano culturale ed economico, ma considerandola anche uno sbocco”. Il prof.Mollo ha poi citato anche i messaggi di Papa Francesco sull’Europa, prima di ricordare un altro importante appuntamento al quale si sta lavorando. “Il 3 e 4 giugno del 1955 ci fu la conferenza di Messina che poi diede luogo al primo trattato per far nascere l’attuale Unione Europea. Quest’anno, a distanza di 70 anni da quella data, si è pensato, come Movimento Europeo, di organizzare la Conferenza di Reggio Calabria, con la presenza dei cinque sindaci delle città capoluogo della regione. Questo perché Reggio Calabria, come a suo tempo Messina, è al centro del Mediterraneo. Pensiamo che da Reggio – ha concluso Mollo – si debba costruire, come ha detto anche papa Leone XIV, un ponte per rafforzare l’Europa dei popoli e della pace”. Altre importanti testimonianze sono poi venute da alcuni membri della Consulta Intercultura del Comune di Cosenza, anzitutto dal Presidente dello stesso organismo, Ibrahima Diop, ma anche da Juan Manuel Rosello Fernandez, Mike Aben, Heleta Mariya e Stefania Bevilacqua, della comunità rom. Ha partecipato, con un suo contributo, anche il Presidente del Consiglio comunale dei Giovani Salvatore Giordano. Le conclusioni sono state tratte dal prof.Alfredo Rizzo, ricercatore presso la Struttura di Economia civile e processi migratori dell’INAPP (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche). Puntuale e circostanziato l’excursus del prof.Rizzo che ha ripercorso le tappe dell’idea di Europa che è maturata nel secondo dopoguerra. “Uno dei drammi che ha portato la seconda guerra mondiale – ha sottolineato – è stato quello del fallimento della società delle Nazioni che era la sorella maggiore delle Nazioni Unite, la cui inoperatività e l’incapacità di intervenire realmente per risolvere i conflitti tra Stati, ha condotto poi al secondo conflitto mondiale, in un contesto non del tutto dissimile da quello attuale, con il nazionalismo della Germania che non si volle uniformare alle condizioni e sanzioni decise dal Patto di Varsavia e comminate a livello internazionale agli Stati, in primo luogo alla stessa Germania, che erano usciti sconfitti dalla prima guerra mondiale”. Rizzo ha messo in luce la contrapposizione tra l’idea di multilateralismo della Società delle Nazioni e la situazione in cui ci troviamo oggi contrassegnata da un contatto tra la dimensione alta della politica e del diritto internazionale e la dimensione concreta della nostra vita civile. Rizzo ha posto una serie di interrogativi in ordine al rapporto che noi italiani abbiamo con gli stranieri. “Come si comportano le nostre leggi con le persone che non sono cittadini italiani? Quali sono gli strumenti che noi predisponiamo nei confronti di questi cittadini per farli integrare? “Prima ancora di parlare di trattati internazionali e della convenzione del 1950 sui rifugiati – ha rimarcato il prof.Rizzo – parliamo dell’art.10 della Costituzione che radica la tutela delle persone presenti in Italia, non cittadini italiani. Qualunque legge nazionale deve conformarsi a quel principio”. Per Rizzo “l’Europa deve essere intesa come una Comunità di diritto, fondata essenzialmente sulle fonti primarie e secondarie e sulla giurisprudenza che devono porsi in maniera servente nei confronti della persona umana la quale deve guadagnare, sempre, il centro dell’attenzione”.