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Calabria, in esame in Consiglio regionale ddl Ato unico ambientale: era stato rinviato nella precedente seduta

Torna a riunirsi il Consiglio regionale per proseguire l’esame della proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale in materia di riorganizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente. Una norma che intende centralizzare e riportare in capo alla Regione, la gestione del sistema di smaltimento dei rifiuti e quella del servizio idrico integrato. Il differimento alla seduta era stato deciso nella seduta del 13 aprile scorso a seguito di un richiamo normativo del consigliere Pd Ernesto Alecci, il quale, nel corso delle dichiarazioni di voto, aveva segnalato la necessita’ approvare la legge con la maggioranza qualificata dei 2/3 dei consiglieri, secondo quanto previsto dal 3 comma dell’art. 54 dello Statuto regionale, che recita, tra l’altro, “La Regione, con legge approvata a maggioranza dai due terzi dei componenti del Consiglio regionale, puo’ istituire enti, aziende e societa’ regionali, anche a carattere consortile, con enti locali o con altre Regioni, nonche’ partecipare o promuovere intese, anche di natura finanziaria”.

A seguito di quella precisazione, e al termine di una sospensione dei lavori, si decise di rinviare la trattazione in una nuova seduta. Sul disegno di legge pesano diverse valutazioni, molte delle quali contrarie, come quella della Citta’ Metropolitana di Reggio, che ritiene uno strappo di competenze la decisione della Regione, all’indomani di due anni di attivita’ dedicate alla riorganizzazione dell’Ato, (Ambito territoriale Ottimale) metropolitano. Il disegno di legge in discussione oggi si prefigge di disciplinare in maniera unitaria l’organizzazione dei servizi pubblici locali ambientali. Nel testo e’ prevista la creazione di un unico Ambito territoriale ottimale corrispondente al territorio dell’intera regione, sia per il servizio idrico integrato sia il servizio di gestione dei rifiuti urbani; l’istituzione di un unico Ente di governo per i predetti servizi, cui partecipano obbligatoriamente tutti i comuni della Calabria, che andranno a costituire il Consiglio direttivo d’ambito, cui di diritto faranno parte i quattro Comuni capoluogo delle province calabresi e il Comune di Reggio Calabria.

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