“Noi siamo salvati da Dio perché Dio da sempre ci ama e noi siamo chiamati ad essere nel mondo i testimoni di questo amore. L’amore non è solo un sentimento, non è un moto del cuore. La carità è impegno storico, concreto. Siamo chiamati ad entrare nella storia con la forza della carità, con la forza della Resurrezione, con lo sguardo che il Signore ci regala che è il suo stesso sguardo. Siamo chiamati ad entrare nella nostra realtà concreta, nella nostra stessa vita e nella vita dell’ umanità, e a servirla con la forza della carità. Allora anche noi, e quelli che attraverso di noi hanno ascoltato il messaggio della Resurrezione, scopriranno la tomba vuota. Il Signore vuole liberare le nostre tombe e dare vita per sempre”. Così il vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi che, in Cattedrale, ha presieduto il pontificale del giorno di Pasqua.
Commentando la pagina evangelica di Giovanni, il presule rimarca come “Pietro e Giovanni corrono verso il sepolcro. Arriva prima Giovanni, ma si ferma. Poi entra Pietro e vede piegati i teli che avevano coperto il corpo di Gesù morto. Allora entra anche l’altro discepolo, che vide e credette. Cosa ha visto? Ha visto i teli piegati? Ha visto la tomba vuota? No, ha visto oltre quella tomba. Bisogna guardare oltre il sepolcro. Per credere bisogna guardare oltre il deserto e oltre il mare, al di là della Croce. Questa è la nostra fede. La nostra fede ci porta ad entrare nella storia con questo sguardo nuovo, che nasce dall’incontro con il Signore Risorto. Usciti da quella tomba bisogna comunicare il senso che ha reso vuota quella tomba che è l’amore di Dio per l’umanità”.
“Non possiamo accontentarci – ha proseguito Parisi – di credere in Gesù come Colui che è nato, ha fatto miracoli, ha annunciato l’amore e il perdono. Se ci accontentassimo di questo, sarebbe minimizzare la portata dell’annuncio di Gesù. La notizia della fede cristiana è che il Crocifisso è tornato in vita, è risorto. Ciò significa che la storia non è soltanto croce, sofferenza e morte. Tutte queste situazioni che lacerano la nostra vita e quella degli altri, conseguenza della morte, non hanno l’ultima parola perché la vittoria è di Cristo”.
Dal vescovo di Lamezia, un pensiero “alle tante guerre, che rappresentano lo scempio dell’umanità. Penso alle guerre che fanno notizia e che attirano la nostra attenzione, ma anche alle nostre guerre di tutti i giorni, a quelle tra amici, familiari, parenti. Anche quelle guerre devono ricevere la parola della carità di Dio, la Parola della gioia, che può cambiare la vita dell’uomo. Se Cristo è tornato in vita, vuol dire che tutto è possibile”.
“Dobbiamo essere annunciatori della vita e disposti a cambiare prima la nostra esistenza per poi dare una parola di vita, di gioia e di speranza agli altri – ha concluso Parisi – Auguro a voi e a tutta la chiesa di Lamezia di essere coloro che annunciano l’amore e soprattutto si lasciano trasformare dalla carità di Dio.”.