UN compleanno è da festeggiare sempre, soprattutto se è una occasione per stare insieme e celebrare un legame forte, come quello del Centro Calabrese di solidarietà con la città di Catanzaro.
Dopo il riuscito evento dello scorso 4 dicembre – un emozionante spettacolo destinato alla raccolta fondi da destinare al centro antiviolenza e casa rifugio “Mondo Rosa” che nel 2022 ha festeggiato i dieci anni di attività – il settore Fundraising del Centro Calabrese di solidarietà si prepara ad un secondo appuntamento con la solidarietà e l’accoglienza all’insegna del motto “Aiutaci ad aiutare” e questa volta per festeggiare un altro compleanno. L’Ente del Terzo che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, con particolare attenzione alla prevenzione, al recupero e al reinserimento sociale di soggetti con problematiche di dipendenza patologico, nato nel 1986, spegne 37 candeline: è un compleanno da trascorrere in famiglia, per guardare alla storia e all’esperienza di questo luogo capace di trasformare le fragilità in opportunità, che sa accogliere accompagnare verso la rinascita.
L’evento – che si terrà il prossimo mercoledì 17 maggio alle 18.30 al Teatro Comunale di Catanzaro – è stato presentato ieri nel corso di una conferenza stampa alla presenza della presidente del Centro Calabrese Isolina Mantelli, di Nino Piterà, Pierluigi Monteverdi e Francesco Passafaro che oltre ad essere rispettivamente un educatore, un imprenditore e il direttore artistico del “Comunale”, fanno parte del settore Fundraising del Centro.
Un evento emozionante che sarà coniugare la parte artistica, con il protagonismo fresco e colorato degli studenti di alcuni istituti superiori cittadini, e la presenza di due figure importanti per il Centro Calabrese e per la città di Catanzaro: monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli dialogherà con Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro.
“La città dopo 37 anni – secondo la presidente Isolina Mantelli – riconosce il Centro Calabrese di Solidarietà come un elemento di valore. Possiamo fare dilagare il bene e chiediamo aiuto per farlo. È stata una scommessa che abbiamo vinto, nessuno ci contava quando siamo partiti in una stanzetta che ci ha donato il Comune per poi lentamente crescere come lievito che ha trasformato la farina in un grande pane. Vuol dire che il bene produce, contrariamente a quanto si pensa. Il male è più facile, trova strade più facili per percorrere. Ma il bene offre l’opportunità della costanza, virtù che consente a noi stessi di stare bene”.
“Mi sono avvicinato sia come persona che come imprenditore al Gruppo Fundraising insieme agli altri per trovare le risorse utili a fare crescere il Centro e soprattutto sostenere i ragazzi che ci vivono – spiega Pierluigi Monteverdi – . È importante che l’opinione pubblica e gli imprenditori si avvicinino alle realtà sociali della città perché insieme si può operare per farla crescere. Crescerà ancora – si dice convinto Pierluigi Monteverdi – con l’aiuto delle preghiere che sono certo don Mimmo non lesina per noi”.
Francesco Passafaro spiega di aver lavorato per l’evento “con i ragazzi degli Istituti che abbiamo coinvolto, e con i ragazzi del Centro Calabrese nei momenti di spettacolo che stiamo preparando. Posso assicurare che sarà emozionante, la parte artistica non lascerà a bocca asciutta, grazie all’aiuto che per la parte musicale ci sta assicurando Piero Dardano”.
“Sono arrivato al Centro quando avevo 23 anni, e mi emoziona pensare che saranno presenti tanti adolescenti che potranno emozionarsi come ha fatto io, motivo per il quale sono rimasto così tanto all’interno di questa famiglia. I toni profetici di Isa – dice infino Nino Piterà – mi danno speranza che gli adolescenti grazie a un’esperienza come quella che offriamo possano costruire un sogno che per me si è realizzato. Anche Pierluigi mi ha emozionato, il primo imprenditore che ha messo le mani in pasta come noi, fino a diventare parte di noi. È bello pensare e sapere che altri imprenditori in silenzio si accingono a fare la stessa cosa. Il che vuol dire che questa città non è morta di solitudine, ma ha ancora ben presente l’opportunità di tenere vive le migliori sensibilità”.