“È stato forse il primo pensiero del neo governatore siciliano ed è un tema sempre caro al centro destra che ora si appresta a guidare il Paese. Il Ponte sullo Stretto torna prepotentemente nel dibattito politico.
Eppure le priorità, stavolta diciamo noi, sono davvero altre per l’Italia” . Tramite i propri canali social, Legambiente dice un secco “no” alla realizzazione del Ponte sullo Stretto .
“Puntuale è ripartita la retorica di questa ‘grande opera’, utile solo a buttare al vento altro soldi pubblici, dopo il miliardo di euro che fino ad oggi sono costati studi, consulenze e stipendi della società Stretto di Messina. Stavolta, diciamo noi, le priorità dell’Italia sono davvero altre”.
Legambiente individua “tre grandi bugie” sull’opera di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.
“Si può ripartire dall’attuale progetto? Falso. Il Governo Monti dichiarò il fallimento del progetto, dopo che il General Contractor Eurolink non era stato in grado di dimostrare la fattibilità e risolvere i problemi tecnici, geologici e paesaggistici”.
“Presto arriverà l’Alta Velocità da connettere al Ponte? Falso. È previsto un finanziamento con 10 miliardi di euro per una tratta che non sarà completata prima del 2030 (e per 5 e 10 minuti di risparmio). È evidente che non si possono aspettare 20 o 30 anni prima di avere un cambiamento nei collegamenti tra la Sicilia, la Calabria e Roma”.
“Le risorse europee aiuteranno la realizzazione del Ponte? Falso. Il Ponte non è previsto nel Recovery Plan e neanche nella programmazione europea 2021-2027″.
“Nelle regioni – spiega l’associazione ambientalista – c’è urgente bisogno di riforme che garantiscono ai cittadini un servizio di trasporto di qualità e focalizzare gli investimenti sull’ammodernamento della rete infrastrutturale e in collegamenti veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola.
Abbiamo bisogno di nuovo materiale rotabile per utilizzare al meglio la linea tirrenica e moderni traghetti Roll-on/Roll-off (Ro-Ro) lunghi 200 metri, che permettono di far entrare le Frecce senza scomporle, dimezzando i tempi di attraversamento.
Servono investimenti importanti per l’elettrificazione delle linee al sud e il potenziamento di alcune direttrici che permetteranno di rendere più veloci e sicuri i viaggi.
Per le merci quello che serve è garantire che le linee tirrenica, jonica e adriatica al sud possano essere utilizzate da treni lunghi 750 metri.
Inoltre, occorre riqualificare terminali passeggeri e stazioni (oggi in condizione di degrado), migliorare accessibilità e coincidenze con il trasporto pubblico ma anche con percorsi pedonali e ciclabili, rinnovare le navi in circolazione.
Investimenti importanti che devono essere accompagnati da una strategia e un’autorità che coordini l’offerta dei diversi servizi per semplificare gli spostamenti e gli scambi tra treni, autobus locali e regionali e traghetti”.
Legambiente, contestualmente, lancia un appello e una petizione per chiedere al nuovo Governo e al Parlamento di intervenire subito contro la crisi climatica ed energetica: https://tinyurl.com/attivati-TransizioneEcologica