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Il consigliere Gervasi: “I cittadini devono sapere che la Corte dei Conti ha condannato il Comune di Mendicino per danno erariale”

Nel 2017 la Corte dei Conti ha avviato due procedimenti contabili per presunti danni erariali nei confronti di dirigenti e membri della giunta comunale. Entrambi i procedimenti riguardavano l’illegittimo utilizzo di fondi di bilancio rispettivamente per il conferimento di una consulenza professionale e per il cofinanziamento di due edizioni del festival “Radicamenti”. Ad essere violato fu un provvedimento della stessa Corte dei Conti che, a causa delle condizioni deficitarie delle finanze del comune, vietava di utilizzare risorse di bilancio per effettuare spese se non quelle obbligatorie o strettamente necessarie (c.d. blocco dei programmi di spesa art. 178 TUEL). Ebbene questi due procedimenti si sono conclusi con due sentenze di condanna, una nel 2021 per un danno erariale di 27mila euro e l’altra arrivata nei primi mesi del 2022, per un danno erariale di 74mila euro.

“Anche io, in qualità di ex membro della giunta Palermo, sono stato coinvolto nei due procedimenti della Corte dei Conti e ho voluto attendere che mi venisse notificato l’esito della sentenza del secondo procedimento (pochi giorni fa), prima di renderne doverosa comunicazione alla cittadinanza – annuncia il consigliere Gervasi in una nota diffusa alla stampa –  ritengo infatti che, in rispetto ai principi di trasparenza e di correttezza verso la cittadinanza, tale notizia non debba essere sottaciuta, né nascosta ai mendicinesi.”.

Per quanto riguarda il danno erariale relativo al festival Radicamenti, la Corte ha dichiarato la mia completa estraneità. Quanto invece all’altro procedimento (inerente la consulenza al professionista) – continua Gervasi – purtroppo sono stato condannato anche io”.

La segnalazione alla Corte dei Conti era stata inoltrata dalla consigliera Francesca Reda, che oggi fa parte dello stesso gruppo politico di Gervasi “Avanti Mendicino”. “Francesca fece questa denuncia adempiendo al ruolo di vigilanza e controllo che spetta ai consiglieri di opposizione e la sua segnalazione, evidentemente, si fondava su solide basi. Io, all’epoca, facevo parte della Giunta di Palermo e già iniziavo a non condividere alcune scelte che venivano fatte. In particolare non vedevo di buon grado alcune spese troppo spensierate e non apprezzavo quell’ossessiva promozione dell’immagine a scapito di un impegno più sobrio e silenzioso, ma volto ad avviare quelle riforme strutturali di cui l’ente aveva veramente bisogno”.

Nella circostanza della famosa delibera di giunta con cui si davano indirizzi per affidare la consulenza esterna al professionista sbagliai a non approfondire le premesse della delibera stessa. Uno studio più analitico di quelle premesse mi avrebbe consentito di prendere atto che la Corte dei Conti aveva bloccato i programmi di spesa (circostanza di cui non ero stato informato) e conseguentemente non avrei certamente firmato quella delibera. Accortezza che invece ho avuto con le delibere di giunta che impegnavano il comune ad utilizzare risorse di bilancio per co-finanziare il festival “Radicamenti” che mi sono guardato bene dal firmare ed infatti in quei procedimenti sono stato ritenuto estraneo. Ma quando si è amministratori non ci si può sottrarre alle proprie responsabilità e le leggerezze si pagano. Per questo motivo sto già pagando la quota parte di danno erariale addebitatami e non intendo ricorrere ai successivi gradi di giudizio.

Non posso non ammettere – continua Gervasi – che nella prima giunta Palermo, di cui ho fatto parte, sono state fatte anche tante cose buone (metanizzazione, adeguamenti sismici di tutti gli edifici pubblici, avvio della raccolta differenziata, ecc.), ma rivendico con forza di aver preso le distanze da una alcuni aspetti di quella gestione amministrativa; rivendico, ad esempio, di essermi opposto alla decisione di impegnare decine e decine di migliaia di euro di risorse di bilancio per la realizzazione di un festival; rivendico di aver messo in discussione, dopo averne visto i primi deludenti risultati, l’efficienza del servizio di riscossione dei tributi operato dalla società esterna Andreani Tributi; rivendico di aver contestato a più riprese una gestione delle risorse finanziarie del comune a dir poco allegra (come dimenticare più di 10 mila euro spesi in due soli anni per acquistare fiori oppure 8mila euro per celebrare in pompa magna la manifestazione del gemellaggio con la città di Caserta o ancora 4mila euro per stampare gli opuscoli della relazione di fine mandato, ecc.)”.

La sentenza di condanna della Corte, sebbene abbia colpito in piccola parte anche me (per un danno erariale di circa 4000 euro), dimostra che queste mie perplessità erano fondate. Ma a differenza degli altri compartecipi che hanno dovuto aggiungere a questa, un’altra condanna di circa 16mila euro a testa (per Radicamenti), non intendo tenere la notizia nascosta e avverto invece il dovere di comunicarlo pubblicamente ai cittadini”.

D’altro canto, la campagna elettorale di “Avanti Mendicino” del 2019 era fondata proprio sulla trasparenza, sulla necessità di non nascondere ai cittadini la difficile situazione finanziaria in cui si trovava (e si trova ancor di più oggi) il comune di Mendicino. Oggi, dopo tre anni di una deludente azione amministrativa, fondata ancora su slogan e propaganda, tantissimi mendicinesi, molti dei quali si sono pentiti di aver dato fiducia a Palermo, avvertono la necessità di promuovere un modo diverso di amministrare, improntato sulla sostanza e non sull’effimero, fondato sulla serietà, sulla sobrietà e sulla capacità di risolvere realmente i problemi. I cittadini desiderano soprattutto essere rappresentati e amministrati da una squadra di governo, competente, ma anche coesa e compatta e noi sappiamo bene che l’attuale maggioranza, nonostante gli abbracci ed i sorrisi nelle foto di gruppo mostrate sui social, è lacerata da faide interne e da lotte di potere. Basti pensare che il capogruppo Ignazio Giordano ed il sindaco Palermo non si rivolgono neanche la parola. Ma si sa, la poltrona e le indennità percepite prevalgono su tutto e tutti e sono un richiamo troppo forte per porre fine a quella che ormai i mendicinesi considerano la peggiore giunta di tutti i tempi.

 

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