In tanti hanno partecipato all’incontro dal titolo “Diritto alla salute sull’altopiano silano e Pnrr”, promosso dal Comitato per la Casa di comunità silana, che si è tenuto lunedì 25 luglio, nella sala della Casa dello forestiero. L’appuntamento, occasione di un confronto partecipato, per approfondire aspetti rilevanti della scelta della giunta di Spezzano della Sila, guidata dal sindaco Salvatore Monaco e dal vicesindaco di Camigliatello Gianluca Curcio, su dove insediare la futura Casa della Comunità, finanziata dai fondi del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr). L’assemblea, moderata dalla giornalista longobucchese e perugina di adozione, Rosaria Parrilla, ha visto gli interventi del capogruppo di De Magistris presidente in Consiglio regionale, dottore Ferdinando Laghi, del dottor Pietro Tarasi, presidente del Consorzio di tutela Patata della Sila Igp, Willian Lo Celso, direttore d’albergo, e l’avvocato Francesco Caruso, presidente del Comitato per la Casa di comunità silana.
Il presidente Caruso ha sottolineato come le scelte della giunta siano incompatibili con i principi di economicità, efficienza ed imparzialità della pubblica amministrazione, oltre a stigmatizzare: “la cecità politica e morale di una decisione incomprensibile e discriminatoria, che non aggiunge nulla ai cittadini della presila ed invece condanna il territorio dell’altopiano silano ad essere privato del diritto alla salute. Una decisione miope ed inaccettabile quella del Comune, che ha scelto come luogo Cozzo Prato, parte bassa di Spezzano Sila, distante dalla Ss107 e difficilmente raggiungibile dagli stessi spezzanesi del centro abitato”. Secondo il presidente del Comitato, infine, la comunità di Spezzano troverebbe paradossalmente più agevole raggiungere la futura struttura di Casali del Manco o addirittura quella di via Bendicenti a Cosenza piuttosto che quella del proprio luogo di residenza.
Il direttore d’albergo Lo Celso, invece, dando per scontata la buona fede della giunta di Spezzano e augurandosi un prossimo confronto chiarificatore con l’amministrazione per la risoluzione dell’istanza, ha sottolineato l’importanza di considerare l’area Sila non limitatamente al ‘corso di Camigliatello’, bensì ad un più vasto e variegato territorio: “che come tale, ha bisogno di un servizio di assistenza sanitaria, specie d’inverno, quando le condizioni climatiche rendono particolarmente disagevole il raggiungimento di presidi sanitari distanti 20 o 30 chilometri”. Secondo il direttore Lo Celso, infatti, occorre dare risposte in termini di servizi essenziali alle centinaia di migliaia di presenze turistiche registrate ogni anno in Sila. Dal canto suo Pietro Tarasi ha evidenziato come questo presidio, vista la strategia del Pnrr riguardo le aree interne, come un’occasione sia di lotta allo spopolamento che di ripopolamento: “Sono tanti i giovani che stanno tornando in Sila per investire in agricoltura e per viverci stabilmente. Il turismo montano, inoltre, dopo la pandemia è visibilmente cresciuto, poiché la preferenza per le attività all’aria aperta sta crescendo in modo esponenziale”.
Le conclusioni sono state affidate all’onorevole Laghi, firmatario di una recente interrogazione in Consiglio regionale sull’utilizzo dei fondi della missione 6 del Pnrr nel Comune di Spezzano della Sila. il consigliere, partendo da un excursus storico sul rapporto tra organizzazione sanitaria e territorio a livello nazionale e regionale, ha sottolineato come la pandemia abbia dimostrato quanto gli ospedali, tra l’altro sottoposti nel corso degli anni a drastici tagli di personale, non possano comunque essere sufficienti a garantire la piena fruizione del diritto alla salute, previsto dall’articolo 32 della Costituzione, e che strutture come le Case di Comunità avranno proprio il compito di fungere da “filtro”, fondamentale, per garantire cure adeguate e liberare gli ospedali da un “affollamento” di troppe persone che comprensibilmente vi si rivolgono, in carenza di adeguate strutture territoriali. “La destinazione della Casa della comunità – ha detto Laghi – nella struttura di proprietà dell’Asp presente all’ingresso di Camigliatello, appena all’uscita della Ss107, servita da autobus e facilmente raggiungibile dalle popolazioni dei villaggi rurali limitrofi, sia, oltre che opportuna ed economicamente conveniente, rappresenta anche la soluzione più funzionale ed efficace. Tuttavia, affinché le Case di comunità possano assolvere al ruolo per cui sono state pensate, dovranno poter contare su un organico sanitario sufficiente ed adeguato al proprio interno. Per farlo, anche in questo caso, come per gli ospedali, occorre prevedere e praticamente programmare, fin da subito, le assunzioni di figure sanitarie ed amministrative necessarie e purtroppo, sempre più carenti nella nostra regione”.