In merito al Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti conferma ciò che La Strada ha apertamente denunciato in Consiglio Comunale fin dall’inizio di questa consiliatura. Prima da sola, isolata, minoritaria; oggi con una ragione che è diventata maggioritaria. Ora è impossibile far finta di niente.
La decisione della Corte rappresenta un punto di svolta, ma non è una sorpresa: è soprattutto la verifica istituzionale del lavoro immenso e costante portato avanti da anni da comitati, associazioni, studiosi, attivisti, movimenti e comunità delle due sponde dello Stretto, che hanno tenuto alta l’attenzione quando gran parte delle istituzioni taceva. La Strada, nel suo piccolo, ha scelto di portare quelle competenze e quelle battaglie dentro le istituzioni, in un Consiglio comunale che per lungo tempo aveva evitato l’argomento o lo aveva appoggiato in modo ambiguo.
Fin dall’inizio, con Saverio Pazzano e poi nel lavoro quotidiano in Consiglio comunale, abbiamo sostenuto una linea chiara:
pretendere trasparenza totale, non slogan;
denunciare i costi non detti e le criticità finanziarie;
contestare l’assenza di valutazioni ambientali solide;
smascherare procedure affrettate e scelte che mettevano in secondo piano l’interesse pubblico;
ribadire che la città e l’Area dello Stretto devono venire prima della propaganda.
Per anni queste posizioni sono state bollate come “allarmismo”, “opposizione ideologica” o un fastidio da confinare ai margini. Le nostre argomentazioni erano considerate quasi ingenue, e liquidate come ostacoli al “progetto del secolo”.
Eppure abbiamo continuato. Lo abbiamo fatto attingendo e valorizzando il patrimonio enorme di competenze, dati, analisi e mobilitazioni costruito negli anni da chi si batteva contro l’“operetta” del Ponte molto prima di noi. Abbiamo provato a essere un collettore istituzionale di tante storie e voci delle due sponde dello Stretto. E lo abbiamo fatto anche quando in Consiglio eravamo soli: con atti, interventi, richieste puntuali, analisi tecniche e un lavoro costante di informazione ai cittadini.
Col tempo, proprio quelle posizioni — una volta marginali — sono diventate la linea della maggioranza, che progressivamente ha dovuto riconoscere criticità e dubbi che noi sollevavamo con chiarezza sin dall’inizio.
Oggi la Corte dei Conti mette nero su bianco ciò che sosteniamo da anni — ciò che per anni hanno sostenuto in tanti e tante, dentro e fuori dai palazzi. Non è un caso: è il risultato di un percorso serio, documentato e collettivo.
È un richiamo forte alla responsabilità di chi governa e di chi amministra: ascoltare, verificare, rispondere alla città. Non agli slogan.
La questione del Ponte non è finita: continuerà la costosissima macchina propagandistica, continueranno i rischi di spreco di denaro pubblico e di sottrarre risorse ai servizi essenziali di cui il nostro territorio ha bisogno.
La Strada continuerà a fare ciò che ha sempre fatto: tenere la schiena dritta, vigilare, proporre, difendere il bene comune. Anche quando costa. Soprattutto quando costa.
