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Zagor n.722 “Colpevole”: il noir di Lucarelli scuote la frontiera

di prof. Romano Pesavento – Con il numero 722 della serie regolare, Zagor “Colpevole”, uscito in edicola a settembre per Sergio Bonelli Editore, si conclude la vicenda iniziata con I segreti di Endless. Il soggetto di Carlo Lucarelli, sceneggiato da Stefano Fantelli, si muove con decisione verso i territori del noir, innestandoli con sorprendente naturalezza sull’universo narrativo dello Spirito con la Scure.
Lucarelli sfrutta il contesto della frontiera per smascherarne i meccanismi più cupi: dietro l’apparente ordine di una comunità di pionieri, affiora un tessuto sociale lacerato da pulsioni deviate e giustizia sommaria. In questo scenario, l’accusa rivolta all’innocente Cico diventa il pretesto per un atto di linciaggio collettivo che evidenzia come la violenza del potere non necessiti di prove, ma solo di consenso. È un’operazione che richiama alla memoria non solo la tradizione western più aspra, ma anche la letteratura investigativa che Lucarelli padroneggia: il delitto non è tanto un enigma da risolvere quanto una lente che ingigantisce i lati oscuri della comunità.
L’introduzione del personaggio di Louis Cyprien, investigatore privato acuto e visionario, arricchisce il quadro: la sua razionalità metodica contrasta con l’istinto sciamanico di Zagor, creando una dialettica interessante tra due forme diverse di indagine. L’equilibrio fra introspezione e azione mantiene alta la tensione fino al finale, che sorprende per incisività e capacità di rimettere in discussione l’intera vicenda. È un esito che, per solidità e impatto, ricorda davvero alcune delle stagioni migliori della Bonelli.
Dal punto di vista grafico, Raffaele Della Monica traduce con efficacia la carica disturbante del racconto. Le fisionomie spesso deformate, i volti caricaturali e l’uso incisivo del chiaroscuro non si limitano a supportare la sceneggiatura, ma diventano essi stessi parte della narrazione. Certe inquadrature claustrofobiche, la tensione dei primi piani, la densità delle ombre restituiscono l’immagine di una comunità dove l’ordine sociale è una facciata fragile e instabile.
La copertina di Alessandro Piccinelli, pur centrata su un’idea forte, solleva qualche riserva critica. L’elemento del cappio in primo piano – simbolo inequivocabile di condanna e ingiustizia – è potente ed evocativo, e la figura di Zagor che lo fronteggia con sdegno sintetizza bene la tensione morale dell’albo.
In definitiva, Colpevole si rivela un albo riuscito, capace di coniugare intrattenimento popolare e ambizione autoriale. Dimostra come Zagor possa rinnovarsi attraverso contaminazioni di genere senza tradire la propria identità.

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