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Posti di lavoro inesistenti in cambio dei voti, condanna definitiva per l’ex consigliere regionale Rappoccio

È definitiva la condanna dell’ex consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio accusato di essere stato capo promotore di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa elettorale. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso del difensore di Rappoccio che in Appello era stato condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere per la vicenda relativa ai concorsi fantasma.

Rappoccio, per l’accusa, aveva promesso posti di lavoro inesistenti in cambio dei voti per le regionali del 2010 quando fu eletto a Palazzo Campanella con una lista civica in quota Partito repubblicano.

Nel processo si erano costituiti parte civile la Regione Calabria, cinque giovani che avevano creduto alle promesse del consigliere regionale e l’avvocato Aurelio Chizzoniti, primo dei non eletti nella stessa lista di Rappoccio. Era stato Chizzoniti, infatti, con le sue denunce a far scoppiare il caso e a consentire alla Procura di fare luce sulla vicenda.

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