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Pietropaolo: “Numeri importanti su riutilizzo beni confiscati alle mafie”

“Restituire ai territori i beni confiscati alle mafie costituisce uno strumento di grande valore rieducativo, non solo perché questi immobili possono trasformarsi in opportunità occupazionali, generando lavoro che produce beni e servizi di pubblica utilità, ma anche perché gli stessi possono rappresentare luoghi di stimolo alla partecipazione civile, di inclusione sociale e di accoglienza e di costruzione di comunità solidali” . Lo riferisce una nota diffusa dall’assessore regionale Filippo Pietropaolo.

“Con questo metodo e con questa visione concreta e pedagogica della legalità, attraverso l’assessorato regionale all’Organizzazione, Risorse Umane e Transizione digitale, sicurezza e legalità e valorizzazione ai fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata, guidato da Filippo Pietropaolo – si aggiunge nel comunicato – la Calabria ha fatto registrare in questi anni numeri importanti in termini di rifunzionalizzazione e messa a disposizione dei comuni di un patrimonio sottratto alla criminalità e messo a disposizione dei cittadini: sono state stanziate risorse pari a 32 milioni di euro sul Por e 12 milioni di euro sui Fondi di sviluppo e coesione per supportare i comuni nella riqualificazione degli immobili confiscati alle mafie allo scopo di attribuirne una finalità sociale. L’amministrazione regionale, in particolare, si è posta l’obiettivo di favorire il riutilizzo dei beni confiscati dall’Agenzia nazionale e la loro restituzione alla collettività per finalità sociali ed istituzionali e ha definito la ‘Strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso le politiche di coesione’, volta ad individuare il percorso attraverso il quale le azioni di recupero acquistino sistematicità e diventino strutturate sul territorio, garantendo nel contempo la gestione del bene. Sono 3137 i beni confiscati su tutto il territorio regionale, 254 in provincia di Cosenza, 105 in provincia di Crotone, 206 in provincia di Vibo Valentia, 372 in provincia di Catanzaro e 2.200 in provincia di Reggio Calabria. Sono così distribuiti i beni confiscati alla criminalità organizzata e che hanno visto mettere in campo diverse progettualità. In 30 comuni, per esempio, è stato previsto il risanamento dei beni confiscati con la rifunzionalizzazione e gestione; in altri 12 comuni sono stati coinvolti per progetti di videosorveglianza, sicurezza nell’area. Sono diverse le destinazioni d’uso del riuso dei beni, convertite, per esempio in strutture antiviolenza come nel caso di Pellaro; in quello di San Calogero, dove è stato realizzato un parco urbano e micro aree di verde produttivo; il centro accoglienza e aggregazione per disabili a Sellia Marina, o, ancora, la sistemazione dell’area camper esterna dove sorgeva Palazzo Mangeruca, ecomostro demolito a Melissa”.

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