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Reggio: gli incontri dell’Anassilaos sul tema “La percezione dell’antico”

Con un incontro dedicato al mito del “Minotauro” (relatrice la prof.ssa Francesca Neri)  prendono avvio presso la Villetta/Giardino De Nava, a cominciare da giovedì 14 luglio (ore18,00-20,00), nell’ambito delle manifestazioni promosse dal Comune di Reggio Calabria nel 50° del ritrovamento delle statue bronzee di Riace, gli incontri promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca De Nava, sul tema “La percezione dell’Antico” in programma ogni giovedì del mese di luglio e  fino al prossimo 29 dicembre. Il ciclo si propone di approfondire il contesto storico, artistico e culturale nel quale le due Statue si collocano e insieme a tale approfondimento sforzarsi di chiarire come e perché due sculture del passato continuino, al presente, ad attirare l’attenzione dei moderni. Da qui appunto il tema la percezione dell’antico.

Al centro dei singoli incontri  quella Civiltà nata e sviluppatasi lungo le sponde del Mediterraneo, dalla misteriosa Colchide (il Mar Nero e la Georgia) alle Colonne d’Ercole (Gibilterra). Un mare al cui centro, geografico e politico, quasi ad unire Oriente e Occidente, Nord e Sud, si trovava e si trova tuttora  quel Regno dello Stretto creato da Anassila con le città di Reggio e Messina. Lo scopo di questa iniziativa è far conoscere, soprattutto ai non addetti ai lavori, comunque interessati alla storia antica, che è poi la “nostra” storia, aspetti significativi della “Civiltà Mediterranea” (lingua, arte, letteratura, religione). Il tema consente  di analizzare anche in che misura  l’Antico, la sua storia,  i suoi miti  e le sue figure siano stati percepiti nella cultura, nella letteratura, nelle arti dell’Occidente: pensiamo a figure come quella di Medea (reinterpretata dal nostro Corrado Alvaro) e nel cinema da Pier Paolo Pasolini che oltre a Medea diresse una pellicola su Edipo); pensiamo a figure della storia romana magistralmente rivisitate da Shakespeare (Giulio Cesare, Antonio e Cleopatra) fino al teatro statunitense di Eugene  O’Neill (Il lutto si addice ad Elettra); pensiamo anche quanto la musica, l’arte figurativa ( il nostro Francesco Jerace ad esempio), la moda e persino i fumetti abbiano attinto all’antico e ancora quanto della nostra storia medievale, moderna e contemporanea sia dipesa e dipenda da quel passato.

Un aspetto particolare di questi incontri riguarderà anche lo studio e l’approfondimento della vita quotidiana degli antichi greci di Reggio, i nostri concittadini di duemilacinquecento anni fa: cosa mangiavano, come e quali vini bevevano tenuto contro che almeno il 60% di quello che noi oggi mangiamo era a quel tempo sconosciuto (patate, fagioli, mais, peperoni, pomodori giunsero tutti dall’America dopo la scoperta di Colombo); quali erano le suppellettili d’uso più comune (letti, vasi, specchi); il clima di quei secoli da cui dipendeva il loro modo di vestire; quale era la vita religiosa, civile e sessuale dei nostri antenati e così via. Si tenterà di dare una risposta a simili curiosità che ci aiuterà a penetrare una realtà viva e concreta e di scendere dai piani alti della letteratura, della filosofia, dell’arte a quelli più bassi (ma soltanto in apparenza) del quotidiano, umano forse troppo umano, ma reale.

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