A Reggio Calabria sta nascendo una nuova luce. È quella del progetto “Lucciola in città” che vuole trasformare le scalinate in arte urbana, ideato dal neonato collettivo E.design. Un progetto che parte dalla storica scalinata di via Friuli con un obiettivo ambizioso: valorizzare, man mano tutte le scalinate monumentali della città attraverso un’azione congiunta tra creatività, ricerca scientifica, partecipazione civica e sostenibilità ambientale.
Un’idea che si accende nel cuore della città, avviando un processo che punta a rigenerare le 23 scalinate cittadine, spesso dimenticate e misconosciute dagli stessi reggini, trasformandole in bellezza e spazi condivisi da tutta la collettività.
Chi sono i protagonisti del collettivo E.design
Il collettivo E.design è un laboratorio di rigenerazione urbana fondato su interdisciplinarietà, ecodesign e coinvolgimento della comunità.
Focalizzato sulla riqualificazione creativa degli spazi urbani, promuove la partecipazione attiva dei cittadini nel processo di trasformazione, mirando a migliorare la qualità della vita attraverso interventi che uniscono design, arte e sostenibilità, creando spazi pubblici più vivibili, inclusivi e funzionali, coinvolgendo anche artisti di chiara fama locale e nazionale.
Ne fanno parte:
- Simona Lanzoni, architetto, manager del collettivo e presidente della comunità patrimoniale della scalinata monumentale di via Giudecca;
- lo scultore Filippo Maria Malice direttore artistico dei progetti e docente di Scultura Pubblica e Ambientale all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria;
- l’architetto Cesare Fortebuono specializzato in stampa 3D e prototipazione sostenibile;
- l’architetta e grafica Chiara Pugliese.
Sono partner del collettivo per il progetto della scalinata di via Friuli:
- il prof. Carmelo Peter Bonsignore del Dipartimento dAeD (Dipartimento di Architettura e Design) dell’Università Mediterranea, Laboratorio L.E.E.A. – Laboratorio di Entomologia ed Ecologia Applicata, con il proprio team formato dal collaboratore del gruppo di ricerca Francesco Manti, dai tre laureandi del Dipartimento dAeD Ernesto Gallo (Corso di Laurea in Architettura), Romeo Giuseppina e Laura Giuliani (studentesse del Corso di Laurea in Design);
- l’architetto Alessandro Deta designer;
- il prof. Luiz Silveira, ricercatore del CNR e professore alla Western Carolina University (USA), esperto mondiale di lucciole.
Cos’è il progetto “Lucciola in città”
Il progetto “Lucciola in città” vuole essere un esempio concreto di riqualificazione partecipata. Parte dal recupero della scalinata di via Friuli, un luogo storico degradato, per trasformarlo in spazio simbolico di sostenibilità e co-creazione.
Le azioni previste sono cinque:
- Conservazione del patrimonio urbano e dell’identità storica;
- Sensibilizzazione sulla biodiversità e tutela delle lucciole;
- Partecipazione attiva dei cittadini alla trasformazione dello spazio;
- Responsabilizzazione collettiva nella cura del territorio;
- Progettazione e installazione di una “lucciola urbana” ecosostenibile, in 3D e con materiali riciclati;
- Realizzazioni di arredi, oggetti di design e sculture con materiali ecologici e materiali riciclati.
Scalinate monumentali: un modello di rigenerazione per Reggio
“Le scalinate non sono solo elementi urbanistici, ma identità di comunità”, spiega Simona Lanzoni, promotrice del progetto e già artefice della trasformazione della scalinata di via Giudecca con la Comunità patrimoniale.
“Negli ultimi tre anni, la Giudecca è rinata. Da luogo abbandonato è diventata spazio di eventi internazionali, frequentata da scuole, giovani e turisti. Questo modello può essere replicato nelle altre scalinate della città grazie a questo nuovo progetto e al collettivo nato ad hoc”.
Le lucciole accendono via Friuli
Il cuore simbolico del progetto sarà un’installazione urbana ispirata alla lucciola, progettata dagli studenti di architettura e realizzata con stampanti 3D e materiali ecocompatibili come plastica riciclata e bioplastiche derivanti da farina di canna da zucchero.
La biodiversità si fa design: la lucciola 3D
“Non si tratta solo di un’installazione – spiega l’architetto Cesare Fortebuono – ma di un elemento riproducibile, arricchibile, replicabile più volte nella scalinata di via Friuli, con vari modelli, appesa a muro, da terra, faretti e così via. Un punto luce ecologico e identitario”. È un progetto duraturo nel tempo che “non andrà ad ammalorarsi o deteriorarsi, grazie alle tecniche utilizzate e alla cura dei dettagli”.
Il contributo della ricerca scientifica
Fondamentale il supporto scientifico del prof. Luiz Silveira, in Calabria per mappare le lucciole presenti nel territorio insieme al CNR e al Dipartimento dAeD della Mediterranea.
“In Calabria abbiamo trovato specie mai documentate prima – afferma Silveira – alcune erano considerate scomparse da 50 anni. Vogliamo creare un atlante fotografico e scientifico che valorizzi questo patrimonio invisibile e stiamo mappando le specie calabresi, la cui particolarità riscontrata ad oggi è che erano conosciute soltanto in montagna, mentre noi le abbiamo trovate a livello del mare, nelle fiumare”.
Anche Francesco Manti conferma: “Nel mondo ci sono 2.500 specie di lucciole, di cui 19 solo in Italia e almeno 4 autoctone della Calabria: Lampyris calabriae, brutia, Lamprohiza morio, Luciola pedemontana. Vogliamo dare loro un nome comune e visibilità”.
La ricerca, che ha portato il prof Silveira, insieme al team della Mediterranea del prof Bonsignore, in luoghi vari del Tirreno e dello Ionio reggino, da Condofuri a San Roberto, a Melia, a Scido, all’Aspromonte in genere, si concluderà ad ottobre e oltre a poter potenzialmente evidenziare un primato della Calabria in fatto di presenza e specie di lucciole, andrà a colmare un vuoto negli studi relativi a tali insetti nel Sud Italia.
Nel frattempo, le ricerche compiute fino ad oggi avranno visibilità internazionale, essendo mostrate da Silveira, nei prossimi giorni in un simposio internazionale sulle lucciole in Messico.
Gli studenti progettisti: tra scienza e creatività
I tre giovani progettisti del Dipartimento di Architettura e Design, parte dell’associazione studentesca Icaro, guideranno la fase creativa: Ernesto Gallo, Giuseppina Romeo e Laura Giuliani.
“Studiando la morfologia delle lucciole – raccontano – cercheremo di tradurre le loro forme e funzioni in un linguaggio di design urbano e sostenibile”.
“Studiando la morfologia delle lucciole – raccontano – cercheremo di tradurre le loro forme e funzioni in un linguaggio di design urbano e sostenibile”.
Comunicazione, arte e grafica
L’immagine coordinata del progetto, il logo e tutta la comunicazione corporate sarà curata da Chiara Pugliese, architetta e grafica: “La luce della lucciola è un’icona visiva potente. Creeremo un logo e una comunicazione che racconti l’identità di ogni scala, rendendole riconoscibili non solo ai turisti ma anche agli stessi reggini che spesso non le conoscono”.
Il prof Filippo Malice direttore artistico del progetto, infine, annuncia: “L’idea è quella di accompagnare man mano ogni scalinata da una pubblicazione cartacea che racchiuda tutto quello che è stato realizzato dal relativo team”.
La scalinata di via Friuli avrà due totem informativi, il primo con inserita la ricerca scientifica del prof. Luiz Silveira, sulle lucciole presenti nel territorio calabrese e il secondo con l’immagine grafica del progetto 3d, il collettivo E.design, i partner, gli enti e le istituzioni che collaboreranno.
L’arte, l’identità visiva, il racconto: tutto contribuirà, insomma a fare memoria e bellezza.
Le scale come storia e simbolo della città
Il progetto sarà finanziato tramite crowdfunding, coinvolgendo cittadini e sostenitori. “Ogni contributo – spiega l’architetta Lanzoni – sarà un gesto per riappropriarci delle nostre scalinate, ridando loro dignità e valore e rendendole fruibili nuovamente dalla collettività”.
“Le scale raccontano la storia della nostra città. Dopo il terremoto del 1908 – conclude Lanzoni – furono costruite come vie di fuga. Oggi possono diventare vie di rinascita urbana e sociale, partendo da quella di via Friuli che sarà illuminata da più lampade lucciola (installate sulla scalinata, che si attiveranno tramite dei sensori di movimento), quale metafora di bellezza e speranza e proseguendo poi con le altre scalinate”.
Il collettivo E.design ha acceso la prima luce. Ora tocca alla città seguirla!