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L’arte restituita. Le opere confiscate alle mafie in mostra a Lamezia restano in Calabria

Oltre 1700 sono stati i visitatori che hanno potuto ammirare a Lamezia Terme le opere d’arte confiscate alla criminalità organizzata e, in parte, esposte per la prima volta al pubblico nell’ambito della mostra “Visioni Civiche. L’arte restituita” organizzata dalla Fondazione Trame ETS e inaugurata in occasione della tredicesima edizione di Trame Festival a giugno.

In esposizione, per circa un mese e mezzo, 44 opere provenienti dalle confische a Campolo e Mokbel, tra cui pezzi pregiati come un De Chirico e un Ligabue, e altre opere contemporanee.

Ora, pochi giorni dopo la sua conclusione, anche le 22 opere della confisca Mokbel selezionate per la mostra sono state destinate dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati, diretta dal prefetto Bruno Corda, alla Città Metropolitana di Reggio Calabria in via definitiva al palazzo della Cultura ‘Pasquino Crupi’ di Reggio Calabria per arricchire ed affiancare le opere già lì contenute della confisca a Campolo.

“Le opere di “Visioni Civiche, l’arte restituita” potranno essere visitate ancora a Reggio Calabria – ha detto nella conferenza stampa di inaugurazione a palazzo Crupi il presidente della Fondazione Trame Nuccio Iovene – La restituzione permanente al pubblico era il risultato per il quale abbiamo lavorato. Porteremo avanti l’impegno per far conoscere anche questo aspetto dei beni confiscati e le opere conservate a palazzo Crupi. Abbiamo concordato fin dall’inizio con il sindaco Falcomatà questa collaborazione, e la fondazione Trame continuerà nei prossimi mesi nella promozione e nella divulgazione”.

La mostra ha voluto accendere un faro sulla questione, spesso sottovalutata o sconosciuta, degli interessi criminali verso settori apparentemente lontani da loro, come il mercato delle opere d’arte, e l’opportunità di diversificare i loro investimenti mediante il riciclaggio dei proventi illeciti anche attraverso di esse.

“Ringrazio Nuccio Iovene e la Fondazione Trame – ha detto il sindaco della città metropolitana Giuseppe Falcomatà – Quando abbiamo iniziato a ragionare dell’idea di portare alcune opere confiscate al festival Trame, c’è stata una sintonia anche per i significati immateriali che vivono in questa collaborazione. La Calabria ha il numero più alto di patrimoni confiscati: abbiamo dunque l’obbligo di trasformare questo primato negativo in positivo. Dunque, il più alto numero di beni possibile deve essere restituito alla comunità. La legalità non si fa a parole, e bisogna considerare anche il percorso educativo e culturale a cui le istituzioni non possono sottrarsi. Altrimenti continuano ad essere simboli del potere dei boss sui territori”.

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