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Dal 21 al 23 dicembre a Catanzaro la mostra mercato “Se son rose fioriranno” contro lo spreco degli indumenti

Il gruppo di volontarie “Se son rose fioriranno” esiste a Catanzaro dal mese di giugno, ma ha iniziato ad esporre i suoi manufatti ora, a dicembre, in vista del Natale, con l’intento di far conoscere la propria “mission” alla collettività e promuovere una cultura che va in senso opposto a quella del consumismo corrente.

In questi mesi le volontarie hanno raccolto il materiale tessile donato per ridistribuirlo e riutilizzarlo in mille modi, facendo diventare gli scarti “rose” ed i rifiuti “bellezza”. Lo hanno lavato, lo hanno catalogato per dar modo alle Suore Poverelle dell’Istituto Palazzolo di Catanzaro di poterlo riutilizzare per i ragazzi fino a sedici anni di età, ed alle mamme – che fanno riferimento all’associazione “Acquamarina”, che ha messo a disposizione del gruppo la propria sede, in via Francesco Crispi 117 – di poter contare su vestitini originali da far indossare ai propri bambini.

Sin da subito “Acquamarina” ha deciso di sostenere il gruppo “Se son rose fioriranno” per la sua finalità legata al recupero del materiale tessile che è tra le principali fonti di inquinamento al mondo, ma anche per le competenze sartoriali e manuali che le volontarie più esperte trasmettono alle più giovani – spiega Licia Aquino, presidente di “Acquamarina” e sostenitrice del gruppo – L’invito a partecipare alla prima mostra mercato di “Se son rose fioriranno” i prossimi 21, 22 e 23 dicembre nella nostra sede a partire dalle ore 16 , è volto a far conoscere questa nuova realtà e a darne un contributo, con l’acquisto degli oggetti che hanno nuova vita”.

Non si tratta solo di rose (come è possibile verificare dalla pagina Facebook “Se son rose fioriranno” e dal profilo Instagram del gruppo), ma di quadri, paralumi, borse, collane, scatole e quant’altro le menti creative e le mani laboriose di queste donne sono capaci di ricavare dagli indumenti destinati a finire in discarica. “Il nostro laboratorio è diventato un luogo di aggregazione e un contenitore di altri sogni, primo fra tutti quello di contribuire a contrastare il consumismo dirompente dei nostri giorni che fa sì che interi territori dell’America Latina siano sommersi dai vestiti gettati via dai Paesi industrializzati – afferma Marta Franceschini, tra le fondatrici del gruppo – La nostra è una piccola goccia nell’oceano, ma aiuta con un lavoro umile e appassionante ad invertire la rotta dal punto di vista culturale. Cerchiamo, infatti, nel nostro piccolo, di porre un freno alla cultura dello spreco che ci porta ad acquistare di continuo, dando spazio alla fantasia nel trasformare ciò che viene scartato in qualcosa di unico”.

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