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“Wakan”, i soggetti straordinari di Giuseppe Spatola in mostra al Marca di Catanzaro

Una foresta, immersa nel bianco e nella luce, fatta di alberi stilizzati ricavati da scarti industriali è il biglietto da visita con cui “Wakan”, la personale di Giuseppe Spatola, accoglie, da ieri, i visitatori della mostra allestita dall’Accademia di Belle Arti al Museo Marca di Catanzaro.

L’esposizione è stata presentata ieri, martedì 19 dicembre, dall’artista e docente Aba, dal direttore Virgilio Piccari, e da Simona Caramia, docente dell’Accademia e curatrice dell’allestimento, assieme a Franco Russo, che sarà visitabile fino al prossimo 3 febbraio.

«“Wakan” è una parola della lingua degli indiani americani dei Lakota, più conosciuti come Sioux, con cui essi descrivevano ciò che non era spiegabile, ciò che andava oltre la comprensione, qualcosa di misterioso o al di fuori dell’ordinario – ha detto Spatola nell’introduzione alla mostra -. Qualsiasi cosa poteva essere “wakan”: un oggetto, un animale, una divinità, un fenomeno naturale. Nella mostra non troviamo nulla che riguardi gli indiani d’America, ma trovano spazio tutti soggetti “wakan”, cioè straordinari, che hanno a che fare con il mondo delle religioni, del mistero. Credo ci sia bisogno di una riconnessione dell’uomo con la natura, con gli animali e con l’essenza, con la spiritualità, con il divino: ecco perché la mostra ospita soggetti a metà strada tra tutto questo, soggetti che danno forma e sostanza a questo bisogno di riconnessione con tutto ciò che ci circonda».

 

Tra figure umane dalla testa animale, supereroi che consolano divinità e un luogo interamente dedicato ad action figures di alcuni tra i più noti personaggi dei fumetti, Spatola dà vita ad uno spazio in cui si concentrano sogno e realtà, in cui la sensazione di sospensione dal tempo è amplificata dalla luce, dall’uso del bianco per le opere e per gli spazi, dal ritmo cadenzato di campane tibetane e buddhiste sullo sfondo di suoni della natura.

«Wakan è la forza primigenia, primordiale che permea le cose naturali, animali e umane – ha spiegato Caramia nel corso della conferenza stampa partecipata anche da diversi studenti dell’Accademia -. È una mostra che viene fuori da anni di lavoro e di ricerca: i Teriantropi in mostra, ad esempio, hanno dato forma a questa mostra a partire dal 2018. Ci restituiscono l’essenza della forza primigenia che muove l’azione artistica di Spatola e si contamina con il concetto di divinità. L’animalità mista alla forma umana è uno dei caratteri fondamentali della ricerca artistica di Spatola ed è una contaminazione che ci porta a chiederci come abitiamo, in che mondo viviamo e che ruolo hanno gli eroi e i miti nella società contemporanea».

 

Con “Wakan” prosegue la collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti e la Provincia di Catanzaro grazie alla quale il Museo Marca, per la prima volta dopo diversi anni, torna ad avere in contemporanea nei suoi tre piani, altrettante esposizioni: «In poco tempo – ha detto Piccari al momento dell’inaugurazione – abbiamo stilato e stiamo mettendo in atto un calendario di iniziative a carattere artistico e culturale che ritengo di qualità. Gli spazi del Marca meritano attenzione e cura, meritano di essere sfruttati al meglio e di essere conosciuti ben oltre i confini cittadini e regionali. Ringrazio quindi il presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile, per aver creduto nell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro affidando proprio all’istituzione che mi onoro di dirigere la programmazione culturale di spazi straordinari che, ne sono sicuro, torneranno a essere un valore aggiunto inestimabile per la città e per la Calabria».

Hanno collaborato alla mostra studenti e docenti dell’Aba Catanzaro: Maria Tarantino, per la produzione delle opere; il prof. Giuseppe Negro, Gaia Valeo e Antonio Paparo per gli allestimenti; la prof.ssa Denise Melfi per l’identità visiva.

 

 

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