“Un altro mondo è possibile?”. Questo è l’interrogativo a cui hanno cercato di rispondere varie personalità riunite nella sala Concerti di Palazzo de Nobili, in occasione di un evento organizzato dal Comitato della Società Dante Alighieri di Catanzaro: la presentazione del libro del prof. Giuseppe Cognetti “Un altro mondo è possibile? Pace, dialogo, nuovo umanesimo”.
Dopo i saluti, la presidente del Comitato, Teresa Rizzo, ha dato il via ai lavori con una breve presentazione dell’autore e del suo libro. Giuseppe Cognetti , di origini catanzaresi, ha frequentato il Liceo classico “P.Galluppi” e successivamente ha insegnato Storia della Filosofia e Filosofia Interculturale Contemporanea all’Università di Siena.
Costantino Mustari Vicepresidente del Comitato della Società Dante Alighieri di Catanzaro e Presidente del Comitato provinciale Unicef dello stesso capoluogo, ha provveduto a diffondere i particolari dell’evento, mentre il Presidente vicario del Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, Luigi Stanizzi, ha colto l’occasione per ringraziare i prestigiosi presidenti del Comitato catanzarese della “Dante Alighieri”, Teresa Rizzo e Mustari, «per l’importante opera di divulgazione e approfondimento culturale che generosamente da tanti anni offrono a favore della comunità, dedicando disinteressatamente una parte rilevante della loro vita”. Numerosi gli studi di Giuseppe Cognetti sul dialogo interculturale, su cui ha organizzato convegni nazionali e internazionali. Il libro, che deve molto all’opera di Raimon Panikkar, sottolinea l’importanza di un nuovo umanesimo dialogico e interculturale per un mondo migliore. Hanno dialogato con l’autore la prof.ssa Elena De Filippis, già dirigente scolastica del Liceo Galluppi di Catanzaro e don Salvino Cognetti, vicario generale della Curia. De Filippis si è soffermata sulla figura di Panikkar, sacerdote cattolico figlio di padre indiano e madre spagnola, teologo, filosofo e testimone del dialogo interculturale e dell’incontro tra le religioni.
Il discorso del prof. Cognetti – si legge in un comunicato stampa – è iniziato con una breve analisi della situazione attuale. La guerra russo-ucraina, scatenata da Putin con l’aggressione di uno stato sovrano ha stimolato la riflessione sulle negatività del mondo in cui viviamo. Al di là di astratte utopie, è ancora possibile sostenere un atteggiamento di pace e di dialogo, come sottolineato continuamente dal nostro Presidente della Repubblica e da papa Francesco? Per approfondire la questione, come sosteneva Panikkar, bisogna “pensare” (dal latino “pensare”, pesare, esaminare) cioè valutare criticamente i fallimenti del secolo scorso, dove i tentativi di realizzare utopie massimalistiche di segno opposto, dai fascismi ai comunismi, hanno prodotto massacri, devastazioni e un enorme spreco di energie, senza dar luogo a quei mutamenti profondi che si proponevano in vista di un miglioramento effettivo della condizione umana.
Nel tempo in cui viviamo, caratterizzato dal dominio del profitto, dalla tecnocrazia ma anche dall’aumento del divario tra ricchi e poveri, dalla morte di sei milioni di bambini ogni anno, dal disastro ambientale, si percepisce un senso di precarietà e fragilità generale. E certamente la visione eurocentrica che ha dominato il mondo occidentale, non aiuta. Non possiamo puntare sul mito della superiorità culturale, attribuendo agli “altri”, ai diversi da noi tutti i mali del presente.
Bisogna invece aprirsi alla molteplicità di modelli che ci vengono da altre realtà, accogliere culture diverse da quella occidentale senza affatto abdicare ai nostri valori (ragione critica, diritti umani, democrazia, libertà) ma relativizzandoli, e promuovere utopie “minimalistiche” che consentano cambiamenti concreti, realisticamente possibili.
Nell’enciclica Laudato si’ papa Francesco ha sottolineato la necessità, proprio in vista di una trasformazione dello “stato di cose esistente”, di un nuovo umanesimo che leghi la protezione dell’ambiente all’urgenza etica di tutelare le vittime della storia dominante.
Sulla necessità di un’apertura interculturale si è soffermato anche don Cognetti il quale ha illustrato i vari momenti in cui, nella Chiesa Cattolica, sono state cercate occasioni di dialogo con le atre religioni, pur nel rispetto delle diversità. Un atteggiamento questo che ha superato i limiti dei secoli scorsi in cui venivano sottolineate più le differenze che i punti di contatto.
Il concetto di diritti umani e di diritti universali è stato affrontato con un intervento della dott.ssa AnnaMaria Iembo, Responsabile della Pastorale Scolastica . Molti i contributi che hanno animato il dibattito, dal concetto di massimalismo, su cui si è soffermato il signor Nicola Coppoletta, all’importanza della lettura del libro di Cognetti nelle scuole che, come ha osservato la prof.ssa Vittoria Amantea, è stata già affrontata con successo da numerosi studenti, nell’ambito della Fiera Gutenberg del maggio scorso.
Per finire con l’interrogativo della prof.ssa Carmela Sutera: siamo sicuri che si potrà trovare disponibilità ad un’apertura interculturale presso popoli i cui valori contrastano fortemente con i nostri? E infine, nel clima di individualismo in cui viviamo, sarà veramente possibile instaurare un dialogo con “chi il dialogo non lo vuole”?