– La XII edizione del Premio Letterario Caccuri, il più importante concorso di saggistica in Italia, si è conclusa con la vittoria di “Paradiso e Naufragio” di Massimo Cacciari (Einaudi).
Al secondo posto, pari merito, gli altri tre titoli finalisti: “Age Pride. Per liberarci dai pregiudizi sull’età” di Lidia Ravera (Einaudi), “Testa alta, e avanti” di Gaia Tortora (Mondadori) e “Scontenti. Perché non ci piace il mondo in cui viviamo” di Marcello Veneziani (Marsilio).
La riflessione filosofica e l’adozione della tecnica ermeneutica sono alla base del saggio di Massimo Cacciari. Ci sono opere che compiono il «miracolo» della trasformazione del pathos in conoscenza, e della conoscenza più esatta e anche spietata della realtà che rappresentano in autentica saggezza intorno alle insuperabili contraddizioni e aporie della nostra esistenza, saggezza che trascende ogni limite di tempo e cultura.
“Ho un amore totale e incondizionato per Musil – commenta così il Prof. Massimo Cacciari – “L’uomo senza qualità” è un grande romanzo, nella prima parte spiega le ragioni del naufragio della politica europea alla vigilia della prima guerra mondiale e nella seconda cambia registro, diventa mistico, religioso. Le due parti si combinano, da un lato c’è il naufragio; dall’altro un’impossibile via di salvezza. Ci sono stati uomini di cultura che hanno capito la catastrofe, c’era gente di spirito profetico che aveva intuito l’avvicinarsi della prima guerra mondiale. Attualmente ci sono intellettuali, politici che cercano di suscitare qualche dubbio, c’è chi resiste alla demagogia. Oggi i cattivi sono i demagoghi, siamo nella stagione dei demagoghi da strapazzo, non conducono nessuno, conducono all’astensione”.
Nel corso dell’intervista condotta da Daniela Tagliafico, il Prof. Massimo Cacciari sulla guerra in Ucraina: “Molti di noi hanno coltivato il percorso verso la moneta unica pensando fosse la premessa per una politica europea che facesse da ponte tra i grandi imperi. L’Europa doveva svolgere questa funzione di pace, di patto, in senso latino, tra i grandi spazi imperiali. La guerra in Ucraina ha fatto fallire questo disegno”.
Il vincitore del Premio Letterario Caccuri e i finalisti hanno ricevuto la torre d’argento, vero e proprio simbolo della manifestazione, forgiata dal Maestro Orafo Michele Affidato.
I quattro saggi – selezionati dal Comitato scientifico presieduto da Giordano Bruno Guerri – sono votati da una giuria popolare e da una nazionale, composte in totale da 110 giurati (30 i nazionali, 80 gli accademici).
Il palmares dei vincitori del contest di saggistica delle precedenti edizioni annovera: Pino Aprile, Roberto Napoletano, Barbara Serra, Claudio Martelli, Gianluigi Nuzzi, Antonio Padellaro, Nicola Gratteri, Carlo Cottarelli, Carlo e Renzo Piano, Dacia Maraini e Valentina Petrini.
Assegnati, inoltre, riconoscimenti speciali per la narrativa, il giornalismo, la musica, l’economia e, più in generale, l’intrattenimento.
Domenico Dara, lo scrittore originario di Girifalco e importante voce della letteratura nazionale con il suo “Malinverno” (Feltrinelli) ha ricevuto il Premio Narrativa. Vinicio Marchioni, fra gli attori italiani più apprezzati da registi e critica, si è aggiudicato il Premio Letteratura e Cinema.
A Stefania Battistini, inviata del TG1 sul fronte ucraino, il Premio Giornalismo e Letteratura per il libro “La guerra ingiusta” (Piemme).
Nel corso della serata, condotta da Alberto Matano e Roberta Morise, è stato assegnato anche il Premio Letteratura e Musica a Diodato, ospite speciale, che ha concluso la manifestazione proponendo i suoi più grandi successi.
Il programma della XII edizione ha unito letteratura, musica, cabaret ed enogastronomia in un’ottica di contaminazione tra locale e globale e di promozione turistica del territorio con la partecipazione di Toquinho e Camilla Faustino, Enzo Gragnaniello, Ale e Franz, Raffaello Tullo, Carlo Amleto, Domenico Iannacone, Fulvio Cama, Daniele Castrizio e Saverio Autelliano, Carlo Piano, Barbara Gallavotti, Paolo Di Giannantonio, Nicola Gratteri, Daniela Tagliafico e molti altri ospiti che si sono alternati nel corso delle cinque giornate.
Anton Giulio Grande, presidente della Calabria Film Commission, ha illustrato l’attività svolta per promuovere il territorio attraverso il cinema: “Il cinema può essere un mezzo di comunicazione straordinario per promuovere non solo la bellezza paesaggistica del territorio ma anche la cultura, la filosofia, l’arte e l’archeologia”.
L’Accademia dei Caccuriani, associazione culturale non-profit che da dodici anni organizza la manifestazione, contribuisce attivamente al sostegno del settore editoriale con particolare sensibilità alla valorizzazione e alla conoscenza del patrimonio culturale locale per incentivare la diffusione della lettura. Ogni anno, infatti, per cinque giorni il piccolo borgo medievale diventa luogo di incontro, confronto e di condivisione comunitaria della lettura. L’attività dell’Accademia dei Caccuriani si articola in numerose iniziative nel corso dell’anno: la promozione della lettura nelle scuole, il concorso nazionale di poesia dialettale e il teatro in vernacolo. Mission principale del Premio Letterario Caccuri è non solo la diffusione del libro e della lettura in una regione che oggi è ancora agli ultimi posti nella classifica nazionale degli indici di misurazione, ma anche la valorizzazione del territorio e la cultura come volano per la promozione turistica.
“La parola chiave di questa edizione è stata contaminazione non solo tra stili letterari e modalità narrative, ma soprattutto tra realtà locali, nazionali e internazionali. La cultura genera apertura e può essere un importante attrattore turistico per l’intera Regione – raccontano gli organizzatori dell’Accademia dei Caccuriani – il Premio Caccuri è un’esperienza immersiva per fruire delle bellezze naturalistiche, storiche e della ricchezza enogastronomica del territorio, in un’ottica di sostenibilità e di attenzione alle nuove sfide della transizione ecologica. Il conferimento del Premio Narrativa a Domenico Dara si inserisce in questa cornice di senso, in una narrazione che “sconfina” preservando la propria appartenenza e diventa esempio per le nuove generazioni, vere protagoniste del cambiamento”.