“Sono passati otto mesi dalla tragica e inaccettabile morte di Serafino Congi, giovane padre di famiglia di San Giovanni in Fiore, stroncato da un infarto in attesa di un’ambulanza attrezzata per il trasferimento in un centro di emodinamica. Un’ambulanza che non è mai arrivata in tempo.
Otto mesi di dolore, di domande senza risposte e di silenzi istituzionali.
La CGIL di Cosenza esprime profonda solidarietà e vicinanza a Caterina Perri, moglie di Serafino, e ai suoi figli, che con coraggio e determinazione stanno portando avanti una battaglia di civiltà, chiedendo solo ciò che dovrebbe essere scontato: verità, trasparenza, giustizia.
Condanniamo con fermezza l’atteggiamento dell’ASP di Cosenza, che a otto mesi dalla tragedia non ha ancora reso note le risultanze dell’indagine interna promessa e più volte sollecitata. Una condotta grave, opaca e in palese contrasto con i principi di legalità e trasparenza.
Nascondersi dietro l’indagine della magistratura come ultimamente fatto dall’Asp solo per evitare di assumersi responsabilità amministrative è un comportamento inaccettabile per un ente pubblico che ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini e di rendere conto del proprio operato.
Come Cgil Cosenza ci uniamo all’appello fatto della famiglia Congi e chiediamo che
l’ASP renda pubblici gli atti, che risponda alle domande legittime di una famiglia distrutta dal dolore e che soprattutto dimostri di essere un’istituzione al servizio della comunità e non un fortino chiuso che protegge se stesso.
Non è più tempo di silenzi, ma di verità, di responsabilità e di giustizia”.
Così in una nota CGIL Cosenza.