“Quello che è accaduto a Steccato di Cutro rischia di essere soltanto un numero per fare statistica.
E i numeri sono sempre troppo limitati, troppo piccoli, troppo numeri per raccontare le tragedie dei nostri mari: non ci raccontano del medico di 28 anni che voleva solo fare il medico dove avrebbe potuto farlo nella pienezza della scienza e dell’esperienza, non ci raccontano della nonna che era riuscita a mandare in Europa i figli ed ora voleva solo raggiungerli per fare la nonna perché non aveva mai visto i suoi nipoti nati altrove, non ci racconta dei sogni in tasca dei bambini o del loro dolore di lasciare casa trovando casa nel mare.
Eppure, noi questi numeri dobbiamo contarli, uno per uno.
Parliamo di quasi trentamila morti in meno di dieci anni, trentamila…
Quanti conti fa questo nostro mare? Cosa ascolta, cosa accoglie, cosa disperde, cosa restituisce?
La tragedia al largo della Grecia è sgomento di nuovo.
Oggi celebriamo il coraggio e la perseveranza di milioni di rifugiati e questo participio passato, che usiamo con valore di sostantivo, dà conforto e coltiva speranza: celebriamo chi il rifugio lo ha cercato, trovato, curato, consolidato con la tenacia dell’attaccamento alla vita.
Non è stato così per tutti, non è così per tutti e non lo sarà.
Quei numeri, enormi ma troppo piccoli per contenere così tanta vita e così tante vite, non sanno raccontarci disperazione e desiderio di cercare un rifugio.
Con il contestato DL Cutro, il Governo italiano ha portato a termine un’operazione di propaganda e di nuova criminalizzazione dei e delle migranti come risposta alla strage sulle coste calabresi. Si è manifestata una regressione relativa al sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati.
E oggi, la giornata mondiale del rifugiato, porta con sé l’ennesima conta di morti in mare, l’ennesima conta di speranze annegate”. Lo afferma in una nota Maria Pia Funaro, vicesindaca Cosenza, esponente democrat.