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Catanzaro fa squadra per difendere gli anziani dalle truffe: il progetto “Fidarsi è bene. Conoscere è meglio” chiude il suo percorso con oltre 200 contatti e una rete solidale tra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini

Con l’incontro di ieri pomeriggio, svoltosi nella sala della Biblioteca De Nobili, si è concluso il percorso del progetto “Fidarsi è bene. Conoscere è meglio”, promosso dal Comune di Catanzaro in collaborazione con la Fondazione Ra.Gi. e finanziato dal Fondo Unico Giustizia. Un’iniziativa dedicata alla prevenzione delle truffe ai danni delle persone anziane e alla promozione di una cultura della fiducia consapevole.
“Un progetto prezioso, se si considera che la popolazione anziana in città è in aumento e cresce di conseguenza il bisogno di proteggere queste persone vulnerabili. L’amministrazione comunale ha scelto di essere al loro fianco”, ha dichiarato il sindaco Nicola Fiorita durante l’evento conclusivo che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, esponenti delle Forze dell’Ordine ed esperti del settore, che hanno anche contribuito alla realizzazione del progetto prendendo parte alle iniziative di divulgazione e mettendo a disposizione la propria esperienza.
Tra le azioni principali, la realizzazione del podcast “Metti uno sgambetto alle truffe”, parte integrante della campagna di comunicazione volta a promuovere consapevolezza, prevenzione e responsabilità. Attraverso le loro voci, esperti e autorità hanno analizzato il fenomeno, fornendo ai cittadini consigli pratici e strumenti utili per riconoscere i comportamenti fraudolenti e difendersi in modo efficace.
Tra gli interventi, quello del Prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa, che ha ribadito l’importanza della denuncia e della prevenzione, sottolineando il valore della campagna di sensibilizzazione.
Il Maggiore Mario Petrosino, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Catanzaro, ha richiamato l’attenzione sulle strategie messe in atto dai truffatori: “Non lasciamo soli i nostri anziani – ha detto – e non facciamoli sentire in colpa se sono caduti in qualche trappola. I truffatori sono professionisti dell’inganno, sempre più abili nel perfezionare le proprie tecniche”.
Sulla stessa linea sono intervenuti anche Giuseppe Travagliante, Commissario Capo della Polizia di Stato e Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catanzaro, e il Maggiore Cosimo Nacci della Guardia di Finanza di Catanzaro.
Al tavolo dei relatori si sono alternati inoltre Nunzio Belcaro, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro, Lea Vadalà, funzionaria del Settore Politiche Sociali, e l’avvocato Massimo Nunnari.
A tracciare un bilancio del progetto è stata la coordinatrice Amanda Gigliotti, che ha evidenziato come in circa tre mesi di attività siano stati registrati circa 200 accessi tra infopoint fissi e itineranti. “Il dato più significativo – ha sottolineato – è aver lanciato un messaggio chiaro sull’importanza di costruire una rete solida tra istituzioni, Forze dell’Ordine ed enti del Terzo Settore per contrastare un fenomeno che troppo spesso resta sommerso.
Siamo molto soddisfatti perché le persone si sono sentite coinvolte, toccate dal tema, e hanno mostrato interesse anche dopo aver superato esperienze difficili. Preziosa è stata la collaborazione con le Forze dell’Ordine, con il Comune di Catanzaro e con le attività commerciali e le farmacie che hanno ospitato gli infopoint, sempre disponibili e partecipi.”
Particolarmente apprezzata l’incursione artistica dell’attore Piero Procopio, presidente del Teatro Hercules, che con la sua compagnia ha portato in scena uno sketch sulle situazioni di rischio quotidiane, simulando una truffa per sensibilizzare il pubblico in modo divertente e coinvolgente. Nell’ambito del progetto, il cabarettista catanzarese ha inoltre realizzato i mini-cortometraggi in vernacolo “Storie che insegnano”, raccontando in chiave comica le trappole più comuni dei truffatori.
In chiusura, la presidente della Fondazione Ra.Gi., Elena Sodano, ha evidenziato i risultati raggiunti in breve tempo, ricordando come il progetto abbia offerto servizi gratuiti agli utenti più a rischio. Ha inoltre espresso la volontà di dare continuità al percorso avviato, portando questa esperienza virtuosa anche in altri territori.
Un progetto che si conclude lasciando un segno concreto: più consapevolezza, più rete, più fiducia.

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