“La storia della pubblicità, anche nel nostro Paese, è costellata di campagne provocatorie finalizzate ad attirare l’attenzione fino ai confini del decoro e della liceità. Basta citare Oliviero Toscani per Benetton per ricordare un notevole campionario. Gli anglosassoni, che hanno un termine per tutto, hanno coniato ‘Shockvertising’ – combinazione delle parole ‘shock’ (urto) e ‘advertising’ (pubblicità) – per fare riferimento a quelle réclame in grado di creare un forte impatto emotivo nei destinatari. Tuttavia, davanti alla vetrina di un negozio di profumi, sul corso di una nota meta turistica della costa jonica in provincia di Catanzaro, che in questi giorni espone in bella mostra un vero e proprio kit per sniffare cocaina, con tanto di banconota da cento euro arrotolata, non possiamo rimanere in silenzio. Per il ruolo che svolgiamo e le battaglie in cui crediamo, e per cui siamo schierati ogni giorno, non possiamo voltare lo sguardo dall’altra parte, derubricando la discutibile scelta di allestire la vetrina per pubblicizzare un profumo usando un messaggio equivoco che diventa un’allusione alla normalizzazione dell’uso della droga”.
È quanto affermano in una nota congiunta la presidente del Centro Calabrese di Solidarietà ETS, la dottoressa Isolina Mantelli, e il dottor Giuseppe Raiola, presidente del Comitato Unicef Calabria e dell’associazione Acsa&Ste ETS, nonché Direttore del Dipartimento Materno-Infantile e Direttore SOC di Pediatria dell’Azienda Universitaria-Ospedaliera “Renato Dulbecco” di Catanzaro, che contestano questa scelta commerciale considerandola “eticamente riprovevole”.
“In un contesto sociale già fortemente minacciato dall’abuso di droghe, esporre un kit per il consumo di cocaina in una vetrina pubblica è un atto irresponsabile che può avere gravi ripercussioni sulla percezione del problema tra i giovani e la comunità”, sottolineano Mantelli e Raiola, ricordando che: “I dati più recenti, raccolti dalle diverse amministrazioni competenti in materia, segnalano, negli ultimi anni, dopo il periodo di pandemia, un aumento degli indici legati alle dipendenze, anche di quelli riferiti alle fasce di età più giovani. Questo target è ritenuto ancora più prioritario stante l’età, sempre più bassa, della prima assunzione di sostanze stupefacenti”.
“Combattiamo ogni giorno contro le conseguenze devastanti sulla salute fisica e mentale della dipendenza da droga, e anche da alcol – si legge ancora nella nota. – Facciamo i conti con l’aumento degli accessi al Pronto soccorso di ragazzi e ragazze sempre più giovani, e quotidianamente ci sforziamo di combattere il fenomeno anche con campagne di sensibilizzazione sull’importanza di fare scelte consapevoli e prevenzione ogni giorno sul rischio per la salute, e per la sicurezza propria e altrui, derivante dall’utilizzo di droghe, contrastando le dipendenze. Per poi ritrovarci davanti a questo messaggio deviante, scorretto e decisamente pericoloso”.
“Mentre attraverso un’informazione basata su evidenze scientifiche resa in un linguaggio comune, semplice ma corretto, cerchiamo di rafforzare la cultura della prevenzione e contrastare il fenomeno dell’utilizzo di sostanze, promuovendo così la salute pubblica e valorizzando l’inclusione e il ruolo attivo nella vita sociale dei giovani, ecco che una provocazione estrema finalizzata solo a fini economici rischia di vanificare tutto”, dichiarano amareggiati Mantelli e Raiola.
“Secondo i dati del Ministero dell’Interno, negli ultimi dieci anni (dal 2013 al 2022), l’Italia ha registrato 3.148 decessi per overdose, una media di oltre 300 vittime all’anno, quasi una al giorno. Solo nel 2023, gli oppioidi come l’eroina e il metadone, insieme alla cocaina, sono stati responsabili della maggior parte delle morti per overdose. Questi numeri drammatici evidenziano quanto sia ancora diffuso e devastante il problema delle dipendenze nel nostro Paese”, si legge ancora nella nota.
“L’iniziativa di questo negozio di profumi è anche un’offesa alle famiglie che hanno perso i loro cari a causa della droga – concludono Mantelli e Raiola. – Non possiamo rimanere indifferenti davanti a questi messaggi che incitano alla spettacolarizzazione di un fenomeno tragico che ogni giorno miete vittime. La lotta contro l’uso di sostanze stupefacenti è una responsabilità collettiva, che deve essere affrontata con serietà e consapevolezza, partendo dalla promozione di modelli positivi e salutari, soprattutto tra i giovani. Non possiamo che segnalare l’accaduto all’opinione pubblica, nella speranza che le istituzioni e chi di dovere prendano provvedimenti, visto che esiste anche un Codice dell’Autodisciplina Pubblicitaria che pone una serie di condizioni rispettose dell’etica e del decoro. Il silenzio e l’indifferenza rendono complici di un decadimento morale senza freni”.
“Inaccettabile provocazione commerciale di un negozio di profumi nel Catanzarese: un kit per l’uso di cocaina in vetrina”: la protesta di Centro Calabrese di Solidarietà ETS e Comitato Unicef Calabria
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