“È da maggio che l’ARPACAL ha parlato chiaro. Ma da allora, silenzio. Il Comune non ha fatto nulla. Né sul piano tecnico, né su quello politico. E intanto il percolato resta. E contamina. Non c’è nulla di più grave di un’amministrazione che viene avvisata e resta ferma. Dal mese di maggio 2025, l’ARPACAL ha trasmesso una relazione dettagliata sul progetto di messa in sicurezza permanente dell’ex discarica comunale di Tufolo-Farina, ma il Comune di Crotone ha scelto di ignorarla. Nessun passo avanti. Nessuna misura concreta. Criteri pochi chiari del piano di monitoraggio, che rischia di esporre oltremodo i cittadini a pericolo (e non è allarmismo come ogni volta qualcuno vuol fare credere)”.
È durissimo il commento del consigliere regionale Antonello Talerico, che denuncia “l’inaccettabile immobilismo dell’amministrazione comunale rispetto a una questione che riguarda direttamente la salute pubblica e la tutela ambientale”.
“La relazione tecnica dell’ARPACAL – redatta a maggio 2025 e condivisa con ISPRA – conteneva osservazioni puntuali e raccomandazioni operative chiare. In essa si riconosceva che le attività proposte dal Comune potevano essere utili nella fase transitoria, ma si sottolineava la necessità di:
1) monitorare attentamente il rilascio di percolato, già segnalato nel 2022 nella parte nord del cumulo B;
2) attuare interventi di messa in sicurezza d’emergenza (MISE), che non richiedono approvazioni ulteriori, ma che non risultano avviati;
3) aggiornare il piano di monitoraggio ambientale, giudicato tecnicamente carente e basato su dati poco chiari e incompleti, in particolare sull’ubicazione e il funzionamento dei piezometri;
4) affrontare gli aspetti sanitari e i rischi per i lavoratori, inclusi i protocolli in caso di rinvenimento di materiali radioattivi (TENORM), oggi lasciati sospesi.
“Sotto il profilo tecnico – ricorda Talerico – ARPACAL è stata chiarissima: servivano azioni rapide e misurabili. Il Comune, invece, si è rifugiato in un formalismo privo di conseguenze. Ha stimato costi, ha redatto appunti, ma poi ? Il nulla.
E intanto il percolato è ancora lì. Le emissioni sono ancora lì. Il rischio è ancora lì».
Dopo oltre due mesi dalla trasmissione della relazione, nessuna delle attività raccomandate sembrerebbero essere state effettivamente avviate. Il sito resta in attesa, la gestione del rischio è ferma, e l’amministrazione comunale non ha dato seguito nemmeno alle misure di base, come la sorveglianza potenziata o l’attivazione dei sistemi di contenimento.
“L’inquinamento non aspetta. Qui si deve correre contro il tempo. Non dobbiamo creare allarmismi, ma neanche banalizzare il problema. Il Comune di Crotone – conclude Talerico – ha avuto mesi per agire. Non l’ha fatto. Non si può parlare di difficoltà tecniche quando mancano le decisioni. Se la bonifica non parte o se non si aggiorna il piano di monitoraggio, la colpa è dell’inerzia politica. E l’inerzia, in questi casi, è una forma di complicità a danno della salute dei cittadini”.