“Ci lascia del tutto basiti la nota stampa con cui il consigliere comunale Giovanni Latella attribuisce alle mozioni di Città metropolitana e Comune il progetto di istituire la facoltà di medicina a Reggio Calabria, che invece sta sempre di più prendendo piede grazie al lavoro della Regione Calabria. Il consigliere Latella, che sicuramente avrà fatto quell’uscita in buona fede, dimostra piuttosto di disconoscere totalmente l’iter normativo di attivazione di un corso di laurea in medicina, iter secondo il quale l’unico ente a cui è consentito intervenire per deliberare è esclusivamente la Regione, detentore delle politiche sulla sanità. Pertanto, giuridicamente parlando (e quindi anche all’atto pratico), le mozioni di Comune e Città Metropolitana, sono inutili, carta straccia, hanno piuttosto solo distolto gli enti da più importanti delibere, necessarie al nostro territorio. Del resto, infatti, sono morte sul nascere. Tant’è che sia il Comune, sia la Città Metropolitana, si sono ben guardati dal trasmetterli alla Regione per i successivi adempimenti.”
A dirlo sono i Consiglieri comunali di Forza Italia Federico Milia, Antonino Maiolino e Roberto Vizzari.
“Alla luce di questo, il caro Giovanni Latella, che rivendica a gran voce il duro lavoro per medicina durato tre anni, assunto e portato avanti con determinazione dal sindaco Falcomatà, potrebbe spiegare ai cittadini, ai giovani studenti soprattutto, in che cosa è consistito esattamente? Questo percorso portato avanti e a tutti oggi sconosciuto, a cosa è servito? Forse sarebbe meglio dire a chi. Forse al suo capo, che è già in piena campagna elettorale sfruttando la posizione privilegiata di primo cittadino. La verità è che è servito solo a gettare fumo negli occhi, portando al cospetto dei rispettivi Consigli due mozioni dal valore legale nullo. In parole povere: aria fritta. Come la maggior parte delle loro iniziative.
Mozioni che non sono servite neanche da stimolo alla Regione, che indipendentemente da esse, su volere del Presidente Occhiuto, ha fortemente spinto, già da inizio legislatura, affinché pure Reggio avesse la sua facoltà di medicina, affidandone a Giusi Princi, allora vicepresidente con delega proprio all’università, il coordinamento del tavolo di lavoro sorto per questo scopo. Lavoro che l’on. Princi sta continuando a seguire anche nell’attuale ruolo politico ricoperto. Il tavolo di lavoro si è infatti riunito più volte, rappresentato dai rettori delle università calabresi, dagli esponenti del GOM, dal Presidente dell’Ordine dei Medici e dal Direttore generale del dipartimento salute della Regione, sviluppando un progetto che ha trovato tutti d’accordo, compresi Comune e Città metropolitana, inseriti solo in un secondo momento al tavolo dalla Regione.
La facoltà di medicina fa parte di una mirata e globale strategia condivisa, imbastita dal presidente Occhiuto e dall’onorevole Cannizzaro, collegata alla realizzazione del Campus universitario; quello stesso Campus criticato e sbeffeggiato in consiglio comunale da Falcomatà e apprezzato dal suo vice Brunetti all’evento di presentazione.
Ma al di là delle primogeniture, consigliamo a Giovanni Latella di lavorare in sintonia con la Regione, che ha le ben idee chiare sui passaggi formali e sostanziali che devono essere fatti ed ha a cuore il raggiungimento dell’obiettivo, e non ha certo bisogno di stimoli e suggerimenti. Il progetto di medicina non deve essere legato ai falsi meriti o ai non meriti delle correnti politiche o di specifiche persone, deve essere il progetto di una città intera, che merita rispetto e concretezza. La nascita di un polo di università di medicina qui può e deve rappresentare un importante volano di sviluppo sociale ed economico per il territorio, non l’ennesima occasione per fare “spot elettorali” sulle spalle di altri. Alle elezioni comunali penseremo più in là, quando sarà finalmente maturo il subentro del CentroDestra, cioè quando, purtroppo, per la ricostruzione di Reggio Calabria dalle rovine della Sinistra servirà un piano di interventi politico-economico da fare invidia anche al Piano Marshall.”