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Vibo: passa il messaggio per creare l’Albo della Memoria

Aiutare i giovani a conoscere il bell’album della storia contemporanea di Vibo Valentia e dintorni si può. Magari partendo da “Vibo Valentia nella sua storia”, scritto dal mai dimenticato Mons.  Francesco Albanese, padre di questo invidiabile percorso di storia.  Un testo da consultare per un concreto approccio che va a coniugarsi con gli straordinari momenti di elevata virtù e strepitoso ingegno messi in campo dai tantissimi cittadini che hanno firmato la Vibo di ieri.

Ad esserne maggiormente convinto è il cuore pulsante della Vibo Valentia che ama ritrovarsi nel suo fantastico passato e che ha risposto, ieri sera, in maniera entusiasta, alla chiamata di “Ali di Vibonesità” che nell’accogliente Aula Magna del Convitto Nazionale “Gaetano Filangieri” ha trovato in una notevole e appassionata presenza e partecipazione di cittadini la più convinta risposta. Uno scenario da film da vecchi tempi ripreso dal reporter – scrittore Peppe Morello, autore  con Mario Greco, del libro “Rossa tra collina e mare”, che racconta la regina della Cosa degli Dei, sua maestà la cipolla.

E’ stato un invito a ritrovare nel ricordo della storia di ieri un rinnovato motivo per riaccendere la speranza di fare di questa città e del suo hinterland un più accattivante pensatoio per recuperare il fascino di quei momenti.

“Ali di Vibonesità” ha pensato che il miglior sistema per tentare di riscoprire il gusto per il miglior ricordo dell’era contemporanea, capace di rigenerare nuovo entusiasmo e convincere i giovani a riappropriarsi delle ricche pagine che hanno elevato il prestigio e la condizione di vita dei cittadini, fosse quello di chiamare sul palcoscenico due cittadini di forte caratura socio culturale e storica come l’ex direttore sanitario dell’Asp Michelangelo Miceli e Mons. Filippo Ramondino, scrittore di rango, fine conoscitore della storia che ha illuminato Vibo Valentia e dintorni.

Entrambi chiamati a descrivere l’estro e l’impegno, l’opera quotidiana di molti cittadini che con il loro talento e successo hanno elevato il ruolo ed il prestigio della Vibo Valentia del tempo. L’exscursus storico di Michelangelo Miceli ha toccato, a suon di nomi, varie fasi della missione politica, socio – culturale, artistica e ambientale dei vibonesi che si sono distinti in vari campi dell’attività quotidiana, mentre l’intervento dello scrittore a Mons. Filippo Ramondino è apparso come l’esito, ma soprattutto la proposta di una attenta e sicura riflessione sull’idea di “Ali di Vibonesità “. E la platea ha aderito con attenzione ai loro interventi. Il messaggio di entrambi è passato. Adesso è richiesto un impegno più diretto di ricerca e studio per dare speranza all’idea.

“Credo che la città ed il territorio abbiano meritato questo importante momento di riflessione – sostiene Iosella D’Agostino una delle più attente e convinte sostenitrici del progetto di “Ali di Vibonesità” – perché  è bello e giusto riportare alla memoria tutti quei cittadini che si sono spesi con grande sensibilità verso la crescita di Vibo Valentia ed il suo territorio. Sarebbe auspicabile una più collettiva presa di coscienza per ricordare, soprattutto ai giovani, il fascino ed il valore socio culturale, ambientale e artistico di un momento di grande splendore e respiro storico”.

Il successo dell’evento, cui ha collaborato uno straordinario amante della Vibo di ieri,  il gioielliere Salvatore Franzè, è passato anche attraverso il formidabile coordinamento del Rettore Alberto Capria che ha aggiunto un pizzico di sale agli interventi di Michelangelo Miceli e Filippo Ramondino, commentandoli con salda capacità critica e fine disinvoltura. Poi fari puntati sulla poesia “vibonese”, dove l’inimitabile Pippo Prestia, Presidente del Comitato Società Dante Alighieri, ha ricordato quanto il suo vernacolo abbia trovato grande successo nel racconto dei momenti più esaltanti della vibonesità.

Serata conclusa da un appello di Enzo Romeo che, tra l’altro, dopo aver condiviso l’obiettivo dell’Associazione vibonese, ha anche rivolto un sensibile appello alla città che ha bisogno del coinvolgimento dei cittadini, ponendo al centro del pensiero di ognuno la necessità di aiutare il sistema sanitario ad uscire dalla morsa del disagio.

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