In occasione del Centenario della morte di Giuseppe De Nava (27 febbraio 1924) martedì 23 gennaio alle ore 17,15 presso lo Spazio Open si terrà un incontro sul tema “La lotta politica a Reggio Calabria dall’Unità al terremoto del 28 dicembre 1908. Protagonisti e comprimari” -che precede le manifestazioni che avranno luogo a febbraio presso la Villetta De Nava nei pomeriggi di giovedì 8, 15, 22 (inaugurazione di una mostra) e mattina del 27 (commemorazione e presentazione di una speciale cartolina commemorativa) – promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con lo stesso Spazio Open e la Biblioteca Pietro De Nava, con il Patrocinio del Comune di Reggio Calabria e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria che parteciperà con il suo Presidente Prof. Giuseppe Caridi. Relatore il Dott. Fabio Arichetta, Deputato della stessa Deputazione e studioso di Storia. La vita politica di Reggio Calabria dopo l’Unità d’Italia ( 17 marzo 1861) non era meno complessa e combattiva e astiosa di oggi. La raggiunta unità della Nazione aprì anche a Reggio una nuova fase politica per la città e con il nuovo sistema parlamentare molti patrioti che avevano lottato per il processo di unificazione ricoprirono diversi ruoli avviando una lotta politica aspra che si trasformò ben presto in un conflitto fra notabilati, portatori di interessi divergenti e confliggenti, e pur capaci di trovare alla fine un compromesso. Non tutti però si adattarono alla vita parlamentare. Stefano Romeo lasciò la scena politica dimettendosi da deputato mentre Saverio Vollaro si votò anima e corpo alla vita parlamentare anche perché la nuova Italia richiedeva agli eletti di impegnarsi a favore del proprio territorio affinché gli interessi particolari trovassero in sede nazionale una sia pur parziale soddisfazione. Agostino Plutino, finanziatore e promotore dell’impresa dei Mille, fu ad esempio promotore di numerosi significativi interventi a favore della realizzazione di opere pubbliche in Calabria e a Reggio. Ben più aspra, a volte violenta, fu invece la lotta politica a livello amministrativo. Gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento (fino al dicembre 1908) si caratterizzarono infatti sotto il profilo politico-amministrativo per la presenza dei fratelli Tripepi. Liberali moderati lontani dall’estremismo anticlericale, anzi disponibili a buoni rapporti con la Chiesa reggina e con il suo Arivescovo Cardinale Gennaro Portanova, Domenico Tripepi (1853/1905), Demetrio Tripepi (1859/1908) e Francesco Tripepi (1857/1901) dominarono la scena politica a Reggio Calabria e Provincia ricoprendo ruoli significativi tra cui (Domenico e Demetrio) quello di Sindaci del Capoluogo. Essi diedero vita a quello che fu chiamato il partito dei “tripepini” cui si contrappose sempre lo schieramento radicale e anticlericale facente capo al deputato Biagio Camagna detto dei “Camagnoti” o “Camagnini”. Morto l’11 gennaio del 1905 Domenico Tripepi, che strinse cordiali rapporti con la Chiesa Reggina restituendo ad essa il Santuario dell’Eremo, la guida dei liberali moderati e cattolici fu assunta da Demetrio, sindaco nel 1905/1907. Le beghe politiche locali e l’influenza di Biagio Camagna, uomo vicino al Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti, portarono nel febbraio del 1907 alla revoca dalle funzioni del Sindaco Demetrio Tripepi e poco più tardi (marzo 1907) allo scioglimento del Consiglio Comunale. Le elezioni che seguirono il 21 luglio dello stesso anno furono tra le più accese e combattute nella storia di Reggio Calabria. Vi furono tafferugli, cariche delle forze dell’ordine, accuse di brogli. Grazie comunque all’alleanza con il mondo cattolico e con il Cardinale Portanova (accordo del 3 luglio 1907) lo schieramento moderato sconfisse duramente i democratici radicali di Camagna (27 consiglieri su quaranta). Seguirono violenze a aggressioni nei confronti di esponenti politici cattolici e dello stesso Cardinale. Non potendo fare il Sindaco per la sospensione dalle funzioni Demetrio Tripepi fu eletto, con un escamotage, pro-sindaco e in tale veste accolse il 10 ottobre 1907 Vittorio Emanuele III in visita alla Città. In Consiglio Comunale ci furono in quella occasione scontri feroci e scambi di accuse tra Tripepi e Camagna. A quest’ultimo che riteneva non decoroso che ad accogliere il sovrano fosse un pro-sindaco destituito dal Governo, Tripepi rinfacciò tutte le malefatte, vere o presunte, costringendolo a lasciare la sala. Nei mesi successivi lo scontro politico si mantenne sempre vivace e ad esso mise purtroppo fine il terremoto che il 28 dicembre atterrò Reggio Calabria e nel quale morì lo stesso Demetrio Tripepi.
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“La lotta politica a Reggio Calabria dall’Unità al terremoto del 28 dicembre 1908”: incontro il 23 gennaio
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