Una mattinata all’insegna della memoria, della riflessione sull’impegno civile per la legalità si è tenuta presso il Cinema Citrigno di Cosenza, dove gli studenti del liceo Telesio, nello specifico della III E, V B Cam, V A Europeo, accompagnati e guidati dalle professoresse Barbara Marchio, Maria Niccoli e Rosanna Tedesco, hanno assistito, assieme agli studenti di altre scuole superiori della città, alla proiezione di un toccante docufilm “Medma non si piega”, dedicato alla figura di Peppe Valarioti, giovane insegnante di filosofia e segretario del Pci di Rosarno, impegnato contro le speculazioni edilizie e i poteri criminali, rimasto vittima della lupara mentre usciva da un ristorante dopo aver festeggiato la vittoria elettorale del suo partito. Primo omicidio politico-mafioso della storia della Calabria avvenuto l’11 giugno 1980. A 45 anni dall’omicidio quella morte non ha ancora un colpevole. La pellicola scritta e diretta da Gianluca Palma con la collaborazione di Giulia Zanfino e Mauro Nigro, non solo rivisita la durezza degli anni ’80, in cui la ‘ndrangheta agiva attraverso attentati ed omicidi eclatanti, ma offre, grazie a documenti storici, testimonianze e registrazioni originali il senso dell’impegno umano e civile di Valarioti.
Il docufilm, che si inserisce perfettamente nel percorso di Educazione Civica, ha innescato un vivo dibattito in cui i ragazzi hanno dimostrato un interesse profondo, ponendo domande cruciali: l’attenzione mediatica nazionale all’epoca fu sufficiente? Quali sono le prospettive per giungere alla verità sui mandanti, tuttora ignoti, dell’omicidio? E, in un’ottica più concreta, cosa possono fare loro, nel loro piccolo, per contribuire al riscatto della Calabria?
Il regista, presente in sala, ha dialogato con gli studenti sottolineando come il suo lavoro e quello dell’associazione che rappresenta abbiano l’obiettivo di raccontare il territorio, partendo proprio dai “nomi dimenticati”, dai “veri eroi” che hanno sacrificato la propria vita in nome di valori e principi di coraggio e verità.
Al dibattito hanno preso parte anche il cronista Arcangelo Badolati e Stefano Musolino, procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria. Badolati, rivolgendosi ai giovani, ha esortato a non abbassare mai la guardia, ad essere coraggiosi e a “sposare la cultura e la bellezza per invertire la rotta”, riconoscendo in questi elementi il nutrimento per un futuro diverso.
Il procuratore, dal canto suo, ha fornito un quadro aggiornato sulla criminalità organizzata, evidenziando la sua presenza sul territorio, oggi più “in sordina” ma non per questo mena pervasiva e pericolosa, si pensi ai legami con il mercato latino-americano della cocaina. Ha poi posto l’accento sulla difficoltà della lotta, aggravata da una scarsa collaborazione sociale e da un “tessuto debole” nella Piana di Gioia Tauro (area di Rosarno, paese di Valarioti). Il messaggio finale del procuratore agli studenti è stato un chiaro invito alla responsabilità individuale: questa esperienza “porterà frutto se loro lo vorranno”. Ciò implica non cedere ai compromessi e rifiutare le scorciatoie, scegliendo il sacrificio e l’impegno per progredire con le proprie forze e sulla spinta dei propri ideali.
L’esperienza del docufilm su Peppe Valarioti si è rivelata così un momento formativo fondamentale, un ponte tra la memoria storica e l’attualità, che sprona i giovani del Telesio a interrogarsi e ad agire concretamente per affrontare le sfide che attendono la loro Calabria.
La proiezione inaugura la ventisettesima edizione del progetto “La scuola a cinema”, promosso dalla Società Cgc – Sale Cinematografiche Cosenza e dall’Anec Calabria, in collaborazione con Agis Scuola nazionale e con il patrocinio del Comune di Cosenza. «Il progetto mira a utilizzare il cinema come strumento didattico innovativo – spiega Giuseppe Citrigno, presidente Anec Calabria – capace di educare i giovani alla riflessione su temi sociali, culturali e civili”.