Il processo “Thalassa” contro le cosche reggine è completamente da rifare. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la sentenza, emessa nel giugno dell’anno scorso, trasmettendo però gli atti alla Corte d’appello di Reggio Calabria che dovrà istruire un nuovo processo a carico di sei imputati.
Quattro di questi erano accusati di associazione mafiosa e ritenuti espressione delle cosche Tegano e Condello di Archi: Andrea Vazzana, Francesco Polimeni (che erano stati condannati a 16 anni di carcere), Francesco Vazzana, di 52 anni (9 anni) e l’omonimo Francesco Vazzana, di 56 anni (8 anni e 8 mesi). Il processo è da rifare anche per Anna Maria Cozzupoli e Pietro Zaffino, accusati inizialmente di corruzione e condannati a 2 anni e 8 mesi solo per intestazione fittizia.
In attesa di conoscere le motivazioni, che saranno depositate nelle prossime settimane, la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello dopo un annullamento senza rinvio potrebbe significare che la Suprema Corte ha considerato nullo il primo processo intravedendo dei vizi procedurali che hanno inficiato la sentenza di secondo grado. È stato così accolto il ricorso degli avvocati Francesco Calabrese, Antonio Managò, Carlo Morace e Francesco Albanese, difensori dei sei imputati che erano stati coinvolti in un’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria secondo cui le due famiglie di ‘Ndrangheta avevano allungato i loro tentacoli sull’edificazione della cooperativa Thalassa, imponendo gran parte delle imprese fornitrici, ma anche sulla gestione della vendita dei vari appartamenti.
Nell’inchiesta erano stati coinvolti anche alcuni dipendenti comunali che poi sono stati assolti in Appello.