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Brasile-Argentina al livello più alto: il Paradiso ci organizzi una diretta per Pelè vs Maradona

di Paolo Ficara – All’addio terreno di Diego Armando Maradona, lo slogan “è morto il calcio” ha tenuto banco. A ragion veduta, è bene chiarirlo subito. Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelè, non ha mai patito il confronto con il Pibe de Oro. Dall’alto dei suoi tre mondiali vinti. Un traguardo individuale ma anche di squadra, generazionale, sognato da tutti ma mai più nemmeno sfiorato da nessuno.

Se i paragoni sono già complicati nel mondo della musica, tra artisti di epoche diverse, nel calcio rappresentano teoria da intrattenimento e nulla più.

Non solo per una questione di velocità di gioco, o di tattica. Il bellissimo – ed omonimo – film del 2016 dedicato a Pelè, ci mostra come il suo genio stravolse ogni aspetto tattico di quel Brasile del 1958. Diventando un fenomeno sociale per una nazione, il Brasile appunto, che per una finale persa aveva assistito ad una moltitudine di suicidi nel 1950. Otto anni prima di diventare l’unica – fin qui – nazionale non europea a trionfare nel Vecchio Continente, in Svezia.

A poche ore dal decesso di Pelè, che si spegne all’età di 82 anni, ci possiamo immaginare l’applauso misto al rimpianto di tutte quelle anime, suicidatesi per il dolore calcistico di aver perso un Mondiale in casa. Fosse appartenuto all’ultimo trentennio, può darsi che Pelè sarebbe stato trascinato di peso al Real Madrid da qualche sponsor. Proprio lui, pomo della discordia tra i due fratelli fondatori di Adidas e Puma.

Ora si pone un problema: salendo verso il Paradiso, nel quartiere Calcio, lo scettro si trova già in ottime mani. Pardon, piedi. “Ci ritroveremo a giocare in cielo”: con questa frase, Pelè salutò Diego Armando Maradona nel giorno della sua scomparsa. Si presenta così l’occasione di stabilire chi sia il migliore.

Certo, c’è un dato che fa sbilanciare il pronostico: la maggior parte degli ex compagni di Pelè, ovviamente tutti più grandi in quel 1958 in cui O Rey aveva solo 17 anni e mezzo, sono già volati in cielo. E l’unica riflessione che consente di accostare e paragonare Pelè a Maradona, riguarda proprio i compagni di squadra. Nel 1962 in Cile, con il proprio numero 10 infortunatosi dopo appena una partita, il Brasile alza comunque la Coppa Rimet al cielo. Nel 1994 in America, dopo la squalifica per doping dell’ex Napoli, l’Argentina si liquefa agli ottavi.

Dunque un Brasile-Argentina vedrebbe favoriti i verdeoro, ad oggi. A meno che Maradona non si opponga con un Resto del Mondo, potendo reclutare Johan Cruyff e Paolo Rossi tra gli altri. Di sicuro, pretendiamo una diretta tv a reti unificate.

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