Lunedì scorso si è svolto a Saracena un incontro pubblico in piazza promosso dal gruppo consiliare di minoranza “Progetto Comune” sul tema della tassazione sugli immobili nei paesi cosiddetti “marginali”, soggetti a spopolamento. Nel corso dell’evento, cui hanno partecipato i deputati Anna Laura Orrico del Movimento 5 Stelle e Francesco Mari di Alleanza Verdi Sinistra, l’avvocata castrovillarese Francesca Straticò e l’ex sindaco del borgo ai piedi del Pollino Domenico Metaponte, è stato presentato il testo di una petizione popolare con cui si chiede che per i paesi individuati come “svantaggiati” – laddove concorrono simultaneamente le seguenti criticità: spopolamento, deprivazione sociale, bassi redditi – sia previsto un regime impositivo agevolato in materia di IMU e che la tassazione sugli immobili sia slegata dalle procedure di risanamento dei bilanci. Presenti anche il sindaco di Saracena Renzo Russo e l’assessore del Comune di Lungro Valentina Pastena, che hanno dato un loro contributo alla discussione.
“Siamo dinanzi ad un grave paradosso”, ha dichiarato Luigi Pandolfi, capogruppo della minoranza in Consiglio comunale. “Centinaia di comuni, soprattutto al sud, perdono abitanti e reddito, quindi i bilanci vanno in sofferenza. Ma la risposta dello stato è una sola: portare al massimo le tasse. E dare la caccia ai contribuenti. Che però sono sempre più pochi rispetto ad un patrimonio edilizio abnorme quanto privo di valore economico, quindi ancora più in difficoltà ad ottemperare ai propri obblighi fiscali. La cosa diventa poi particolarmente perniciosa quando entrano in campo società private di accertamento e riscossione dei ruoli coattivi, alle quali molti sindaci ricorrono per dimostrare efficienza nella loro azione di recupero delle tasse non pagate. Pignoramenti a raffica che non risparmiano nemmeno le carte prepagate ed i buoni fruttiferi. Qui non si vuole giustificare l’evasione ma mettere in evidenza che il peso della tassazione elevata sugli immobili, che si somma a tasse alte per i servizi, oggigiorno ricade sulle spalle di un numero sempre più esiguo di persone, quelli che sono rimasti nei nostri paesi e tirano avanti tra mille difficoltà. Nel caso di Saracena, come di tanti altri comuni, il numero di vani disponibili sproporzionato rispetto alla popolazione ed alle esigenze abitative dei residenti è da ascrivere all’aspettativa (sostenuta anche dall’andamento demografico fino alla soglia degli anni Duemila), rivelatasi infondata, delle generazioni del passato che i propri figli e i propri nipoti sarebbero rimasti in paese, grazie alla crescita delle opportunità lavorative e di carriera, dopo la stagione dell’emigrazione nelle regioni del nord del Paese e oltreconfine. Tutto questo non è avvenuto e ora sulle nuove generazioni si è abbattuto un vero e proprio macigno. Per salvare i paesi interni lo stato deve mettere mano al portafoglio, aumentare i trasferimenti, anche a compensazione dell’abbattimento delle aliquote dell’IMU”.
I promotori dell’iniziativa fanno sapere che il documento è stato trasmesso al capogruppo dei pentastellati in commissione finanza della Camera per un primo esame, in vista della prossima sessione di bilancio.
Paesi spopolati e tasse sulle case: da Saracena una proposta per cambiare rotta
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