Un’altra Europa è possibile. È questo il messaggio che da Camini è partito in occasione della Giornata d’Europa, in un evento organizzato e promosso dal Comune con la partecipazione della Rete di Trieste, network nazionale – trasversale e apartitico – di amministratori di ispirazione cristiana.
«Questa celebrazione ha un significato profondo: – ha dichiarato in apertura il sindaco Giuseppe Alfarano – non siamo qui solo per ricordare una data, ma per testimoniare che l’Europa, quella vera, quella che nasce dai piccoli gesti quotidiani, si costruisce nei territori, nei Comuni, nelle reti solidali che uniscono città lontane come Trieste e Camini, nella volontà condivisa di costruire ponti, non muri». Il riferimento è al modello che il piccolo borgo della Locride ha approntato nel corso degli anni, basato sui valori dell’accoglienza e della solidarietà intese non solo come approccio umano nei confronti dei poveri del mondo, ma anche come motore di rinascita per i territori in via di spopolamento. «Siamo la prova – ha proseguito Alfarano – che un’altra Europa è possibile: un’Europa dei territori che si ascoltano e si sostengono. Insieme possiamo costruire un’Europa non solo delle istituzioni ma soprattutto delle persone». Un obiettivo che la cooperativa Jungi Mundu, che gestisce i progetti di accoglienza e di integrazione a Camini e presieduta da Rosario Zurzolo, si è posta sin dalla sua nascita: «Già il nome esprime la nostra intenzione. – ha spiegato il presidente – Volevamo farci promotori di un mondo unito; Camini è oggi la rappresentazione di quello abbiamo iniziato a costruire oltre 20 anni fa».
Proprio le persone sono state al centro dell’incontro “L’Europa dei popoli”, coordinato da Domenico Vestito, grazie in particolare a due testimonianze che hanno mostrato, da prospettive differenti, l’impatto che i “muri” in Europa possono generare sulla vita delle persone. Marjan Jamali, da circa un mese, è di nuovo una donna libera, dopo aver scontato un lungo periodo di carcere con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Arrestata subito dopo il suo arrivo sulle coste di Roccella Jonica, è stata poi trasferita agli arresti domiciliari a Camini, affinché avesse l’opportunità di stare vicina al figlio, arrivato con lei sulle coste calabresi. «Sono scappata dal mio Paese – ha raccontato – per cercare un posto sicuro ma non è stato semplice appena arrivata in Calabria. Ho trovato il mio posto, alla fine, proprio qui a Camini, dove sono stata accolta e sostenuta nel momento più difficile della mia vita». John Hampson invece è inglese, originario di Brighton, e da tanti anni viene a Camini come volontario. La Brexit ha influito sulla sua vita e su quella di milioni di persone. «Il nostro Paese – ha spiegato – è storicamente la meta privilegiata dei giovani che vogliono imparare l’inglese. Oggi, invece, le opportunità per loro si sono notevolmente ridotte e le università stanno attraversando una crisi importante. Con Brexit abbiamo tradito i giovani europei, negando loro i privilegi con cui noi siamo cresciuti». Proprio i giovani, come spiega Alessandra Coppola dell’Associazione Apice, sono la migliore risorsa per il futuro di tutti perché sono loro a creare la cittadinanza europea: «Non è un caso – ha spiegato – che l’unica politica che abbia contribuito alla creazione di una cittadinanza europea è l’Erasmus». Da 10 anni, l’associazione Apice lavora con i giovani europei, promuovendo scambi, facendo partire i giovani calabresi ma soprattutto portando nella provincia di Reggio Calabria moltissimi ragazzi provenienti da diversi paesi.
Hanno preso parte all’evento decine di amministratori provenienti da tutta la Calabria. Tra questi, anche la consigliera comunale di Cosenza Bianca Rende, che ha raccontato l’esperienza della nuova Consulta dell’Intercultura, e i sindaci Giorgio Tropeano (Stilo) e Francesco Valenti (Pazzano).
«Camminando per le vie di Camini – ha dichiarato Giuseppe Marino, coordinatore regionale della Rete di Trieste – si ha l’impressione che l’ecologia integrale teorizzata da papa Francesco esista già e si trovi proprio qui, nella Locride. Abbiamo scelto di essere a Camini oggi per lanciare un messaggio: l’Europa dei popoli si può fare, a patto che ci sia la volontà di costruire ponti di pace e di dialogo, non strumenti di difesa. In un contesto internazionale così complesso e segnato dai conflitti, l’Europa deve riuscire a fare la differenza, favorendo il dialogo e recuperando il rapporto con i territori».
«Camini è un’esperienza straordinaria – ha spiegato Francesco Russo, coordinatore nazionale della Rete di Trieste, perché racconta che la politica è una cosa bella, la più alta forma di servizio che noi tutti possiamo offrire alla nostra comunità. Nel nostro Paese i piccoli amministratori sono la maggioranza e sono coloro che tutti i giorni sono chiamati ad affrontare le sfide grandi e piccole che il loro territori richiedono. È questa la politica che intendiamo promuovere attraverso la Rete di Trieste, la politica come vero motore del nostro essere comunità e che non si arrende». E rivolgendosi ai destinatari dei progetti di integrazione di Camini presenti in sala, provenienti da tanti paesi diversi, ha concluso: «L’Europa è nata dalle macerie della guerra mondiale, è la testimonianza di come dalla distruzione si possa rinascere. Molti di voi sono fuggiti dai paesi in guerra per trovare qui un porto sicuro. Aiutateci, allora: siate i voi i primi testimoni della nostra Europa, aiutateci a costruire un’Europa di pace».