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Trenitalia, la compagnia migliore d’Europa secondo le analisi di T&E. Le esperienze dei pendolari però, raccontano ben altro

di Gaia Brancati – Trenitalia il 9 dicembre si è aggiudicata il posto di miglior vettore ferroviario d’Europa, in seguito all’analisi di Transport & Environment. La compagnia italiana ha ottenuto un punteggio di 7,7 su 10, spiccando per l’esperienza di viaggio e seguita dalla compagnia svizzera Sbb con un punteggio di 7,4 che invece si è distinta per la puntualità dei suoi treni.

Il pomeriggio del 7 dicembre, due giorni prima che Trenitalia venisse proclamata la migliore compagnia ferroviaria d’Europa, mi sono recata presso la stazione di Castiglione Cosentino a Quattromiglia di Rende dove mi trovo momentaneamente per studiare, per fare ritorno a casa dalla mia famiglia, sperando di trascorrere un fine settimana di relax e avere come unica preoccupazione il colore degli addobbi dell’albero di Natale.

Il treno da prendere sarebbe stato quello delle 17:30 e dopo essermi fatta dare il cambio in anticipo a lavoro per arrivare in tempo al binario e aver regolarmente acquistato il biglietto, l’arrivo in stazione viene accolto dalla cancellazione improvvisa del mio treno. Controllo il sito internet di Trenitalia, su cui leggo una comunicazione riguardo un guasto “causato dopo il passaggio di un treno”: questo problema permaneva già dal primo pomeriggio, ma l’acquisto dei titoli di viaggio sono stati comunque permessi, fino alla soppressione dei treni.

Era un sabato pomeriggio e, forse per questo, all’interno della stazione non era presente personale allo sportello, creando così una situazione di totale abbandono per tutti i pendolari increduli. Gli avvisi iniziano ad annunciare un servizio sostitutivo: un autobus che avrebbe portato i viaggiatori rimasti a piedi, da Castiglione fino alla stazione di Paola, da cui sarebbe tranquillamente partito il treno fino a Reggio Calabria, comprendendo tutte le fermate lungo il tragitto. Infatti, il guasto riguardava la corretta percorribilità tra la stazione di San Lucido e Castiglione Cosentino, appunto.

L’autobus arriva, allora convinta di poter salire e trovare una soluzione al mancato arrivo del treno, vengo bloccata. Infatti, il biglietto che avevo in mano non era l’unico: ne possedevo un altro per il mio fedele amico a quattro zampe, ormai abituato a viaggiare sul treno insieme a me, seguendo le dovute norme previste da Trenitalia. Il cane non può assolutamente salire sull’autobus e per me svanisce la possibilità di tornare a casa.

È giusto che ogni mezzo di trasporto pubblico abbia un regolamento da rispettare, norme e divieti; ma è inaccettabile che, dando la possibilità a un cane di viaggiare col proprio umano sul treno, questi ultimi non possano proseguire il viaggio perché il mezzo sostitutivo non lo permette, senza avere la possibilità di oltrepassare un ostacolo causato dalla compagnia di viaggi stessa, ovvero Trenitalia.

Ci tengo a spezzare una lancia a favore del personale: durante i miei frequenti spostamenti tramite il treno, ho sempre incontrato capi treno comprensivi e disponibili nei confronti dei passeggeri e si sa che i numerosi scioperi sono dovuti alle condizioni sfavorevoli di ogni tipo in cui sono tenuti a lavorare.

Forse, anzi probabilmente, le cause e le possibili soluzioni ai disagi con cui i passeggeri troppo spesso si scontrano, vanno ricercate nelle iniziative che il Ministro dei trasporti dovrebbe attuare. Nel 2022, il compito in questione è passato a Matteo Salvini e da cittadina media italiana, ritengo che non ci siano stati miglioramenti. Potremmo ricordare il guasto alla linea ferroviaria che in data 2 ottobre 2024 ha quasi paralizzato la Penisola e la risposta del Ministro fu all’epoca:

Finora, sono state evase con esito positivo 4.788 richieste di indennizzi e rimborsi, in base a quanto previsto dalla normativa”. Questa è un’ottima notizia, certo; anche io aspetto il mio rimborso dei due biglietti che ho perso e che non arriverà prima di 30 giorni, che vanno contati a partire dal momento in cui ho fatto richiesta. Un problema molto grave, a mio avviso, che l’Italia ha sempre avuto in tutti gli ambiti, è agire solo dopo che un fatto si è concluso: chi mi restituirà il tempo perso? Per non parlare delle condizioni di disagio psicologico che una persona può vivere in determinate situazioni.

L’importante non è solo rimborsare, giustamente, le spese di un cittadino; la priorità dovrebbe essere quella di evitare, prevenire un evento di disagio o in casi più gravi, una disgrazia. Non è la prima volta che mi ritrovo in una situazione del genere e sono sicura che tanta altra gente avrà vissuto la stessa esperienza innumerevoli volte.

Mi è andata bene perché quella sera io avevo un posto in cui tornare, in cui dormire, per poi riuscire a partire la mattina seguente; ma un pendolare vero e proprio al posto mio cosa avrebbe fatto? Una persona con delle scadenze lavorative, cosa avrebbe fatto? Per fortuna, nessuno dei due è stato un mio problema, ma anche il desiderio di tornare a casa semplicemente per trascorrere del tempo libero con i propri cari, è importante tanto quanto altre esigenze e in Italia, con un sistema ferroviario al primo posto per l’ottima esperienza di viaggio, non dovrebbe succedere.

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